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Il celebre Arco di Tiberio fatto saltare in aria per le sue iscrizioni…

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Il celebre Arco di Tiberio fatto saltare in aria per le sue iscrizioni “blasfeme”

Plinio il Vecchio ne esaltava bellezze e ricchezze, perché Palmira era una delle città più illustri dell’impero, crocevia per l’Oriente e la Cina. E l’Arco di Tiberio era uno dei suoi simboli magnificenti, rimasto in piedi per due millenni. Gli jihadisti hanno minato i tre archi di cui si componeva facendoli saltare in aria “a causa delle iscrizioni che vi erano scolpite”.
A dirlo è il sovrintendente alle Antichità della Siria. «Abbiamo ricevuto informazioni dal posto, secondo le quali l'Arco di trionfo è stato distrutto ieri (domenica). Lo stato islamico lo aveva minato qualche settimana fa», ha detto Mamoum Abdelkarim.

Situato all'ingresso del celebre colonnato del sito di epoca romana Patrimonio mondiale dell'umanità, l'Arco di trionfo «era un'icona di Palmira», ha lamentato il sovrintendente. «Siamo di fronte a una distruzione metodica della città. La vogliono radere al suolo completamente», ha aggiunto, parlando di uno «choc dietro l'altro».

Ad agosto gli estremisti islamici avevano distrutto i templi di Bel e Baalshamin. «Sappiamo che l'Isis ha minato altri monumenti. Vogliono distruggere l'anfiteatro e il colonnato. Ormai abbiamo paura per tutta la città antica», ha concluso Abdelkarim, lanciando un appello: «La comunità internazionale deve agire per salvare Palmira».

La città di Palmira, controllata dai jihadisti dello Stato Islamico (Is) dal 20 maggio scorso, è una delle più antiche della regione. Le notizie sulla sua esistenza risalgono al XIX secolo a.C. quando era conosciuta e citata negli antichi documenti con il nome di Tadmor o Tamar, come è chiamata nella Bibbia che la ricorda come fortificata da Salomone. Per oltre un millennio, però, sulla città cala il silenzio, fino alla conquista da parte dei Seleucidi che, nel 323 a.C. prendono il controllo della Siria. Palmira si mantiene indipendente fino a circa il 19 a.C., nonostante ormai il Paese fosse nelle mani dei Romani. È sotto il regno di Tiberio e poi di Nerone che la città viene annessa all'Impero. Plinio il Vecchio ne racconta le ricchezze del suolo e l'importanza che essa ricopre all'epoca nei commerci tra Roma e l'Oriente, soprattutto Cina, India e Persia. Nel II secolo d.C. Adriano la visita e la proclama città libera, dandole il nome di Palmira Hadriana. Tra la fine del II e l'inizio del III secolo, Settimio Severo o il suo successore, il figlio, Caracalla, concede a Palmira lo statuto di città libera.

È nel III secolo che la città diventa famosa sotto il regno della regina Zenobia e del figlio Vaballato, che sognano di formare un impero d'Oriente da affiancare a quello di Roma. La mitica regina, infatti, inizia a ribellarsi al potere della città eterna e conquista Egitto, Palestina e Arabia, spingendosi fino alla Cappadocia e alla Bitinia. Ma la proclamazione di Aureliano a imperatore pone fine alle ambizioni di Zenobia e del figlio. Palmira viene conquistata, abbandonata e diventa base militare per le legioni romane. Dopo un periodo di nuova fioritura con l'impero bizantino, la città va in rovina sotto il dominio arabo. Dal punto di vista archeologico, la città è ricca di necropoli, santuari, terme e ha un museo, fondato nel 1961, che custodisce reperti di altissimo valore.

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