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L’Isis distrugge l’Arco di trionfo a Palmira

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L’Isis distrugge l’Arco di trionfo a Palmira

L’Isis ha ripreso ad accanirsi contro le vestigia dell'antica città di Palmira, in Siria, conquistata a maggio. Stavolta è stato fatto saltare in aria un arco di trionfo di epoca romana, vecchio di almeno duemila anni. Lo ha riferito il sovrintendente alle antichità siriane, Maamoun Abdulkarim.

Dopo la decapitazione di decine di progionieri, ad agosto l'esercito del cosiddetto stato islamico ha iniziato l'opera di distruzione iconoclasta: il 19 agosto è stato decapitato l'antico custode della città della regina Zenobia, l'82enne archeologo Khaled Assad; poi in rapida successione, il 23 agosto, è stato fatto saltare in aria prima il tempio di Ball Amish, e poi il 30 il monumento icona di Palmira, il tempio di Bell. Il 5 settembre è toccato tre tombe a torre costruite tra il 44 e il 103 dopo Cristo. Ieri l'ultimo, solo in ordine di tempo, affronto alla storia.

Situato all'ingresso del celebre colonnato del sito di epoca romana Patrimonio mondiale dell'umanità, l'Arco di trionfo «era un'icona di Palmira», ha lamentato il sovrintendente. «Siamo di fronte a una distruzione metodica della città. La vogliono radere al suolo completamente», ha aggiunto, parlando di uno «choc dietro l'altro».
«Sappiamo che l'Isis ha minato altri momumenti. Vogliono distruggere l'anfiteatro e il colonnato. Ormai abbiamo paura per tutta la città antica», ha concluso Abdelkarim, lanciando un appello: «La comunità internazionale deve agire per salvare Palmira».

Per i jihadisti sunniti le vestigie della città, tesoro di monumenti pre-islamici, sono sacrileghe. Secondo molti analisti dietro le distruzioni, finora sempre riprese con video di alta qualità, si cela anche il traffico di opere d'arte con cui Isis si finanzia. Prima di far esplodere i templi o i pezzi piu' grandi, i jihadisti staccherebbero singoli reperti che poi riapparirebbero sul mercato delle opere d'arte.
Per questo l'università di Oxford ha lanciato - ma per Palmira è stato troppo tradi - un piano di mappatura fotografica 3d con droni dotati di telecamere ad alta risoluzione e Gps per immortalare ogni singolo pezzo. L'obiettivo è duplice: se possibile ricostruire nel futuro i templi distrutti il più fedelmente possibile; e costituire un immenso database aperto e consultabili a tutti - Interpol, forze dell'ordine, storici e mercanti d'arte - per rendere invendibili e quindi privi di valore economico i singoli reperti trafugati prima della distruzione.

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