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8/9 La rivoluzione del Fisco mondiale / Azioni su Economia digitale in stand by

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    IL PACCHETTO BEPS DEFINITIVO

    La rivoluzione mondiale del fisco secondo l’Ocse. Ecco le nuove regole per gli Stati e le multinazionali

    Può essere il vero tallone d'Achille dell'operazione. L'erosione di base imponibile e il trasferimento degli utili nei paradisi offshore è un rischio che si moltiplica man mano che cresce il peso dell'economia digitale, che ormai opera in ogni settore: 16mila miliardi di dollari è il valore dell'e-commerce mondiale, 26 miliardi di dollari nel 2013 il valore degli acquisti negli app store, 240 miliardi di dollari il giro d'affari della pubblicità online entro il 2017. Negli esperti Ocse e nei governi si è fatta strada la consapevolezza dell'impossibilità di delimitare fiscalmente la digital economy e della necessità di confrontarsi con la tendenza dei suoi protagonisti a creare monopoli e oligopoli.

    Per questo nei progetti Beps si sono presi in considerazione gli aspetti più critici: una nuova definizione di stabile organizzazione (è tale se si opera con un grande deposito di merce e molti dipendenti al fine di gestire nel Paese ordini e consegne online, in sostanza se il magazzino è vicino al cliente; è tale se si concludono di routine contratti per pubblicità online nel Paese con dipendenti nella filiale locale), l'aggiornamento delle linee guida sul transfer pricing e la guidance sulle regole per le società controllate all'estero (Cfc, Controlled foreign company).

    Quanto alle imposte indirette il nuovo concetto di base è che l'Iva passi da essere imposta sul valore aggiunto a imposta sul consumo, perché la soluzione individuata è che venga versata nel Paese in cui si trova il cliente. Al momento comunque le opzioni per la digital economy saranno posposte, anche se i singoli Paesi potranno introdurle e monitorarle. Proprio ieri il presidente del Consiglio, Renzi, ha confermato che l'Italia ha in programma una digital tax, se l'Europa non dovesse agire, ma non prima del 2017.

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