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2/9 La rivoluzione del Fisco mondiale / Il mandato del G20

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    IL PACCHETTO BEPS DEFINITIVO

    La rivoluzione mondiale del fisco secondo l’Ocse. Ecco le nuove regole per gli Stati e le multinazionali

    Un'indiscutibile capacità di creare ricchezza viene utilizzata per accumulare montagne di liquidità, misurabili, come detto, nell'ordine di centinaia di miliardi. Eppure in Europa alcuni Stati, si pensi all'Irlanda, dove la corporate tax (l'imposta sui redditi d'impresa) è al 12,5% - contro il 30% circa di Germania, Italia e Francia (in Spagna passerà dal 28% al 25 il 1 gennaio 2016) - non perdono occasione per rendersi più appetibili dei partner nell'attrarre investimenti. Molti governi europei (fra gli altri Gran Bretagna, Olanda, Finlandia, Lussemburgo e Malta) competono per attrarre investimenti offrendo generosi sconti fiscali.

    Così nel 2013 il G20 (le economie che, insieme alla Ue, compongono l'85% del Pil mondiale) ha chiesto all'Ocse - l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che ha sede a Parigi e svolge un ruolo di coordinamento per la soluzione dei problemi comuni agli stati membri - di proporre una strategia complessiva. Obbiettivo: contrastare finalmente di concerto l'erosione di base imponibile e il trasferimento artificiale di utili verso Paesi a fiscalità privilegiata. Insomma, impedire che i soldi finiscano per buona parte nei paradisi. Per di più, legalmente.

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