Un'altra tempesta politica investe Dilma Rousseff, presidente del Brasile. La Corte ha sancito che il presidente brasiliano ha commesso una serie di atti illegali per coprire il crescente deficit dei conti, alterando il bilancio dello Stato 2014. È La prima volta che la Corte dei Conti di Brasilia ha bocciato il bilancio di un presidente in 80 anni.
«I conti non sono in condizioni di essere approvati e noi raccomandiamo di respingerli», ha detto il giudice Augusto Nardes, dopo che il panel della Corte aveva votato all'unanimità. I magistrati contabili contestano fra l'altro al governo di aver utilizzato fondi derivanti da prestiti concessi dalle banche pubbliche per nascondere i buchi del bilancio. Il governo ha replicato di non aver fatto nulla di illegale e di essersi attenuto alle linee di precedenti bilanci.
Il rischio per Rousseff è l'impeachment. La decisione della Corte dei Conti non è legalmente vincolante, ma sarà senz'altro strumentalizzata dall'opposizione per aprire un nuovo fronte contro Rousseff, già fortemente indebolita dalle difficoltà che sta attraversando. Il consenso per Rousseff è sceso sotto il 10%, un dato piuttosto preoccupante.
Le polemiche coseguenti allo scandalo Petrobras, il giro di mazzette da oltre 2 miliardi di dollari che il colosso petrolifero di Stato ha distribuito a membri del Partito dei Lavoratori, (lo stesso di Dilma) hanno provocato un drastico calo di fiducia nei confronti dell'intera classe dirigente.
Il verdetto della Corte dei Conti ha provocato una risposta immediata del governo brasiliano: il ministro della Giustizia ha immediatamente annunciato appello alla Corte Suprema contro la decisione della Corte dei Conti. L'avvocato dello Stato, Luiz Adams, ha spiegato che «la partita non è finita» e per questo l'ultima parola spetterà alla Corte Suprema perché - ha sostenuto - non vi è alcuna base legale per giustificare la decisione della Corte dei Conti federale sulla gestione del bilancio 2014 da parte del presidente.
In difesa di Rousseff è intervenuto immediatamente il presidente della Camera bassa, Eduardo Cunha - da marzo sotto inchiesta per lo scandalo Petrobras insieme all'omologo del Senato, Renan Calheiros - preannunciando che un eventuale voto su Rousseff e i conti dello Stato richiederà tempo.
© Riproduzione riservata