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Fca Us, evitato lo sciopero. Nuovo accordo sul contratto

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Fca Us, evitato lo sciopero. Nuovo accordo sul contratto

Niente sciopero e nuovo accordo fatto alla Fiat Chrysler Automobiles. Alla mezzanotte e tre minuti di ieri ora americana gli operai di Fiat Chrysler Automobiles che per tutta la giornata erano stati impegnati nei preparativi per l'agitazione hanno invece ricevuto notizia che il sindacato Uaw ha raggiunto una nuova intesa di massima con l'azienda sul contratto di lavoro quadriennale. Il nuovo compromesso verrà illustrato venerdì mattina ai quadri sindacali.

Il sindacato non ha rivelato dettagli ma ha fatto sapere che l'intesa «comprende significativi miglioramenti» rispetto al precedente accordo che era stato invece respinto a larga maggioranza dai lavoratori.
Fca ha confermato la svolta in un breve comunicato senza a sua volta divulgarne il contenuto: «Fca Us conferma di aver raggiunto un nuovo accordo con la Uaw. Poiché l'accordo è soggetto alla ratifica da parte dei membri alla Uaw, l'azienda non può discutere i dettagli in attesa del voto degli iscritti».
La scadenza per lo sciopero - che sarebbe stato il primo dal 2007 per Chrysler, quando ancora non era stata assorbita da Fca - era stata annunciata dal sindacato due giorni or sono con una notifica all'azienda e al pubblico qualora non fosse stata trovata entro allora una nuova intesa sul contratto di lavoro quadriennale. Uno sciopero di tutti gli stabilimenti sarebbe costato secondo alcuni analisti fino a 40 milioni di dollari di profitti operativi e un miliardo di dollari alla settimana all'azienda.

La Fca ha 23 impianti negli Stati Uniti, concentrati del Midwest industriale, dal Michigan all'Indiana e all'Ohio. In tutto i dipendenti sindacalizzati dell'azienda sono 40.000. Otto anni or sono, sempre durante negoziati per il contratto, scioperarono per sette ore, ma dal 2011 avevano rispettato clausole anti-sciopero, ora decadute, che erano parte delle concessioni concordate nell'ambito del salvataggio della case automobilistiche da parte del governo durante la crisi.

La notifica del possibile sciopero era comparsa nei grandi stabilimento di Kokomo, in Indiana, cruciali per la produzione del 75% delle Jeep e dei Ram, tra i veicoli più redditizi della Fca negli Stati Uniti. Formalmente la nota del sindacato affermava che dalle 11,59 ora americana di mercoledì l'estensione del precedente contratto, scaduto il 14 settembre, non sarebbe stato più considerata valida.

Le parti hanno tuttavia continuato a trattare a oltranza nel corso della giornata di ieri per cercare di trovare compromessi in extremis che evitassero l'agitazione. Una trattativa che si è conclusa positivamente: già alle 10,17 un messaggio sulla pagina Facebook del negoziato creata dal sindacato lasciava filtrare ottimismo avvertendo i lavoratori «di non lasciare gli impianti prima di aver ricevuto istruzioni» dai rappresentanti delle union. Portavoce di Fca avevano in precedenza indicato che «le discussioni stanno facendo progressi».

Il negoziato alla Chrysler è seguito con grande attenzione dall'intero settore auto, perché la United Auto Workers ha scelto la Fca per mettere a fuoco il suo modello di contratto nazionale, da applicare poi nelle trattative con le altre big di Detroit, General Motors e Chrysler.
Una prima intesa sottoscritta dai vertici sindacali e aziendali era stata però bocciata la scorsa settimana a grande maggioranza, con il 65% dei voti, dagli iscritti alla Uaw, che l'avevano definita inadeguata. In gioco è finita anzitutto la doppia fascia di paga, con i lavoratori più giovani fermi a salari inferiori: la disparità veniva progressivamente ridotta nella proposta di contratto ma non eliminata come chiesto da molti in fabbrica. Dubbi hanno sollevato anche una riforma in senso cooperativo dell'assistenza sanitaria e la rivelazione di nuovi piani di produzione che sposterebbero la produzione delle auto meno redditizie in Messico.

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