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Xenofobia in Germania, triplicati gli attacchi alle case dei migranti

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scontro tra ANGELA mERKEL e la baviera

Xenofobia in Germania, triplicati gli attacchi alle case dei migranti

Cinquecento attacchi contro case di rifugiati in meno di un anno: un dato che spaventa la Germania perché va oltre le prevedibili difficoltà di accoglienza e convivenza con i migranti fuggiti dalla guerra e dalle persecuzioni, oltre gli isolati episodi di xenofobia. Cinquecento assalti ai profughi nei loro alloggi sono il triplo rispetto all’intero 2014 e segnano una escalation di violenza che forse il governo non aveva messo in conto. L’ultimo attacco è avvenuto giovedì a Ingolstadt, in Baviera: un incendio ha distrutto un centro di prima accoglienza nel quale erano ospitati circa cento migranti, che per fortuna sono riusciti a mettersi in salvo.

Le violenze sono la risposta immediata e irrazionale che viene dalla parte più reazionaria della popolazione mentre sulla distribuzione delle persone che chiedono asilo e sui controlli alla frontiera si accende lo scontro tra Berlino e la Baviera, la regione meridionale più esposta ai flussi di migranti.

«Sono atti di violenza ignobili. Una vergogna per il nostro Paese. È necessario chiarire che sono delitti inaccettabili, lesioni, tentati omicidi, incendi dolosi. Non possono essere tollerati», ha detto il ministro dell’Interno Thomas de Maiziere esprimendo tutta la propria preoccupazione. «La Germania soffre di un aumento massiccio di attacchi xenofobi contro i richiedenti asilo», ha ammesso il ministro sottolineando un altro dato allarmante: due terzi dei responsabili delle aggressioni, ad abitazioni vuote ma anche a ostelli pieni di persone, sono «residenti nelle aree vicine alle case dei migranti assalite, cittadini tedeschi che non avevano mai commesso crimini in precedenza».

Angela Merkel ha aperto le frontiere all’arrivo di 800mila profughi entro l’anno. Ma le dichiarazioni e la linea tenuta dalla cancelliera democristiana nei vertici europei sembrano aver spiazzato buona parte dei tedeschi. E l’aumento, registrato o programmato, dei flussi di migranti, in arrivo soprattutto dalla Siria e dall’Iraq attraverso i Balcani, ha scatenato la rabbia xenofoba dei più violenti. Che hanno deciso di attaccare le case dei profughi: per cinquecento volte dall’inizio dell’anno.

I capi dei Länder, riuniti a Brema per la conferenza delle regioni, hanno rinnovato ieri l’appello al governo di Berlino: «Sui migranti stiamo raggiungendo il limite delle nostre capacità, regioni e comuni sono ormai allo stremo», ha detto il primo ministro della Sassonia-Anhalt chiedendo, assieme agli altri leader regionali, risorse e nuove regole per gestire l’emergenza.

La Baviera del cristiano sociale Horst Seehofer, premier a Monaco e alleato di Angela Merkel nel governo di Berlino, invece è pronta alla ribellione e chiede misure drastiche per fermare i flussi di rifugiati. Seehofer ha più volte reclamato il diritto della Baviera di controllare le frontiere e respingere i migranti al confine con l’Austria e ieri ha minacciato il ricorso alla Corte Costituzionale contro il governo nazionale perché venga fissato un tetto agli arrivi e alla permanenza dei rifugiati in Germania.
In Baviera, nel solo mese di settembre, sono entrati circa 240mila migranti, dei quali 86mila sono stati trasferiti in altre regioni, come fanno sapere le autorità di Monaco.

Seehofer ha affermato ieri che è «urgente limitare l’immigrazione per mantenere la solidarietà pubblica nei confronti di chi ha bisogno di protezione» e ha ribadito la necessità di mettere un tetto agli arrivi «per poter garantire la pubblica sicurezza». Per il premier bavarese non c’è un pericolo legato al terrorismo ma «è una questione di criminalità in senso più generale». La Baviera ha già deciso di potenziare le strutture per gestire l’emergenza migranti. Non senza allarmismi, dall’amministrazione bavarese, hanno fatto sapere che in Germania potrebbero arrivare sette milioni di migranti utilizzando le leggi sul ricongiungimento familiare con chi già ha ottenuto il diritto di asilo.

Il ministro dell’Interno De Maiziere ha però bocciato le proposte bavaresi. Per il ministro dell’Interno, bloccare i flussi e respingere i migranti alla frontiera con l’Austria non sarebbe una misura in grado di risolvere il problema nel lungo periodo, ma rischierebbe semplicemente di trasferirlo ai confini esterni dell’Europa.

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