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emergenza immigrazione

Non venite in Svezia: il partito anti-immigrazione compra spazi pubblicitari

La Svezia non è il Paese di Bengodi: fa freddo, nevica e non ci sono risorse per tutti. Questo, in sintesi, il messaggio che il partito anti-immigrazione dei Democratici svedesi si prepara a trasmettere attraverso campagne pubblicitarie in Giordania, Libano e Turchia, Paesi di provenienza di migliaia di profughi.

L’annuncio è arrivato ieri. E il movimento populista svedese, fondato da Jimmie Akesson e da lui ripulito dalle radici neonaziste e dalle frange più estremiste, non è il primo a prendere un’iniziativa di questo tipo: lo avevano già fatto a settembre la Danimarca (dove il governo di minoranza ha bisogno dell’appoggio dei populisti del Partito del Popolo) e l’Ungheria (il cui premier Viktor Orban si è distinto per la politica intransigente nei confronti dei flussi). Il ministero danese dell’Immigrazione aveva pubblicato su giornali libanesi annunci che informavano del taglio dei sussidi sociali ai migranti e dell’immediato rimpatrio per quanti si fossero visti respingere la richiesta d’asilo; il governo ungherese, su testate sempre libanesi e giordane, aveva messo in guardia i migranti da ingressi illegali, punibili per legge con il carcere.

L’ultimo caso è però più significativo. La Svezia - grazie alla sua tradizionale politica di accoglienza che ne fa il Paese con il più alto numero di rifugiati pro capite nella Ue - anche quest’anno, come era prevedibile, ha registrato un numero record di richieste di asilo: già più di 74mila al 1° ottobre, il che rende più che probabile a fine anno il superamento delle 84mila registrate nel 1992 , durante le guerre balcaniche, livello finora mai eguagliato; gli arrivi previsti nel 2015 superano quota 150mila. Di fronte a flussi così massicci anche l’atteggiamento dei cittadini inizia a cambiare, come dimostra la costante avanzata degli Svedesi democratici che dicono di voler ridurre del 90% i visti concessi: terzo partito alle elezioni politiche dell’anno scorso (con il 12,9% dei voti), primi secondo l’ultimo sondaggio effettuato da YouGov ad agosto, che li vedeva al 25,2 dei consensi contro il 23,4% dei socialdemocratici al governo.

«In Svezia non ci sarà un futuro migliore» ha sottolineato Paula Bieler, portavoce del partito per le tematiche relative all’immigrazione. «Abbiamo accampamenti in cui fa freddo e nevica. Le risorse sono scarse: per la nostra popolazione e per chi viene qui».

I Democratici svedesi potrebbero acquistare spazi pubblicitari non solo in Giordania, Libano e Turchia, ma anche in Germania e Danimarca, Paesi di transito per un certo numero di rifugiati diretti in Svezia.

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