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medio oriente

Quattro palestinesi uccisi nella Giornata della collera. A fuoco la tomba di Giuseppe a Nablus

È salito a quattro il numero dei palestinesi rimasti uccisi in Cisgiordania e Gaza nella Giornata della Collera palestinese. In serata in un ospedale di Nablus (Cisgiordania) è morto il 19enne Ihab Hanani, ferito in scontri con l'esercito israeliano nel vicino villaggio di Beit Furik. In precedenza erano rimasti uccisi un attentatore a Hebron e due dimostranti.

L’attacco con bottiglie molotov
Nella Giornata della Collera, si è scatenata una nuova ondata di violenze a Gerusalemme e in Cisgiordania. L’attacco più grave si è registrato a Nablus, dove i palestinesi hanno appiccato il fuoco alla tomba di Giuseppe, mentre la destra religiosa israeliana soffia sul fuoco e chiede di riprendere il controllo del sito religioso. L’attacco al luogo sacro agli ebrei e ai cristiani è stato condannato dal presidente dell'Anp, Abu Mazen, che ha parlato di «atto irresponsabile».

Polizia limita accesso a Spianata delle Moschee
Il leader palestinese ha «deciso di formare immediatamente una commissione d'inchiesta» e di «far riparare i danni causati da questo gesto deplorevole».
La situazione resta tesissima nella regione, dove in concomitanza con il venerdì di preghiera, Hamas e Jihad Islamica hanno esortato a colpire l’esercito israeliano. La polizia, dispiegata in massa, ha vietato l’accesso alla Spianata delle Moschee, epicentro delle recenti tensioni, ai maschi sotto i 40 anni.

Kiryat Arba: palestinese accoltella soldato
Alla Porta di Damasco, la polizia ha bloccato un 13enne palestinese trovato in possesso di un coltello mentre a Kiryat Arba, insediamento alle porte di Hebron, un soldato di 20 anni è stato accoltellato da un palestinese che è stato poi ucciso dalle forze di sicurezza. L'uomo indossava una pettorina gialla da giornalista.

Hamas incita a «continuare l’Intifada»
Intanto, dalla Striscia di Gaza, il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ha esortato a «continuare l’Intifada a Gerusalemme e a intensificare la resistenza», avvertendo che «qualsiasi tentativo di sedarla deve essere impedito».

Israele chiede di riprendere il controllo dei luoghi santi
L'attacco alla tomba di Giuseppe ha dato fiato alla destra religiosa che, nel condannarlo, ha chiesto al governo di riprendere il controllo del sito. «Di nuovo si è visto che non c'è alternativa alla sovranità israeliana quando si tratta di proteggere i luoghi santi», ha affermato il leader dello Yesha Council, la lobby dei coloni, Avi Roeh, chiedendo «il ritorno del controllo israeliano sul sito e l'apertura ai fedeli ebrei su basi permanenti».

I sospetti palestinesi
L'incendio dimostra che «solo Israele è in grado di proteggere i luoghi santi di tutte le religioni a Gerusalemme», ha commentato il direttore generale del ministero degli Esteri israeliano, Dore Gold, per il quale questo «dimostra chiaramente cosa succederebbe ai luoghi santi a Gerusalemme se finissero nelle mani della leadership palestinese». Un’affermazione che, con la situazione incendiaria sulla Spiana delle Moschee, riaccende i sospetti palestinesi che Israele voglia modificare lo status quo dei luoghi santi.

Obama: Usa «preoccupati» per la situazione in Medio Oriente
Gli Stati Uniti sono «molto preoccupati» per la situazione in Medio Oriente «e condannano nella misura più forte possibile ogni violenza contro gli innocenti». Lo ha detto il presidente Barack Obama interpellato durante la conferenza stampa congiunta con l'omologa della Corea del Sud, mentre continuano gli scontri tra le forze di sicurezza israeliane e manifestanti palestinesi in quella che da alcuni osservatori e' stata definita la «terza intifada».

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