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La Merkel in «missione europea» riavvicina la Turchia a Bruxelles

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Emergenza immigrazione

La Merkel in «missione europea» riavvicina la Turchia a Bruxelles

Turchia e Germania uber alles? La crisi dei profughi e la solidarietà antiterrorismo, riavvicinano Ankara e Bruxelles come dimostra la visita del cancelliere Angela Merkel che ieri ha promesso nei suoi incontri di Istanbul con il presidente Tayyip Erdogan e il premier Ahmet Davutoglu di riavviare i negoziati per l'ingresso della Turchia in Europa. In cambio di un piano congiunto per prevenire una nuova ondata di rifugiati in fuga dall'Isis e dal regime di Bashar Assad, la Merkel ha dichiarato di essere a favore della riapertura dei capitoli negoziali legati alle politiche economiche e monetarie, gli ostacoli che hanno creato l'impasse nel processo di integrazione della Turchia nell'Unione.

Ma intanto, alla vigilia delle elezioni anticipate del primo novembre, il partito islamico di governo Akp ed Erdogan, in grande difficoltà dopo la strage di Ankara, incassano l'appoggio dei Berlino e di un Europa che diffidano del leader turco e hanno tenuto per anni la Turchia nell'anticamera dell'Unione. Già si era visto dopo la visita di Erdogan a Bruxelles che l'Europa e la Germania, pur di tenere lontano i rifugiati della Siria e del Medio Oriente, erano pronti a risfoderare soldi e credito per un presidente che si sta giocando la sopravvivenza politica: se al voto non ottiene la maggioranza assoluta, tenendo fuori dal Parlamento il partito filo-curdo Hdp, la sua parabola politica e forse anche umana è destinata a imboccare una precipitosa fase discendente perché sarà costretto a fare governi di coalizione e naufragherà il suo obiettivo principale, cambiare la costituzione in senso presidenziale. I sondaggi, prima dell'attentato di Ankara contro la marcia della pace, non gli erano favorevoli.

Facendolo apparire come un interlocutore di tutto rispetto la Merkel gli dà una mano. Ma per fare capire alla cancelliera che il coltello dalla parte del manico lo ha in mano lui, prima del suo arrivo aveva dichiarato: “Quelli annunciano che prenderanno 30 o 40 mila rifugiati e vengono nominati per il Nobel della Pace, noi ne ospitiamo due milioni e mezzo ma a nessuno importa”, un attacco neanche troppo sottile verso la Merkel, che sarebbe stata ritenuta candidata al Premio Nobel per la Pace per la sua politica di porte aperte nei confronti dei rifugiati.

Qual è il costo di un'intesa con Erdogan? Tre miliardi di euro _ per altro si tratta solo di una stima_ per accogliere due milioni di rifugiati. Ma è il prezzo politico a destare le maggiori perplessità: la Turchia insiste per insediare in Siria una zona cuscinetto destinata ai profughi. In realtà la “buffer zone” è mirata alla penetrazione delle forze armate turche non tanto per fare la lotta al Califfato ma per spezzare la continuità territoriale dei curdi siriani ai confini della Turchia. Il sospetto che l'Europa, pur insistendo sulla questione diritti e libertà civili, si stia vendendo il destino dei curdi non è così infondato.

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