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Joe Biden annuncia: escludo di candidarmi

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Joe Biden annuncia: escludo di candidarmi

New York – “Ho deciso che per me l'opportunità di una candidatura non esiste più”. Il vicepresidente americano Joe Biden ha rotto ieri gli indugi, parlando dal Giardino delle Rose della Casa Bianca con a fianco la moglie Jill e Barack Obama. Una coreografica che già tradiva il contenuto dell'annuncio: la rinuncia a sfidare Hillary Clinton e Bernie Sanders per il ruolo di portabandiera democratico alle elezioni del 2016. Una decisione opposta, quella di scendere in campo, non sarebbe mai arrivata con l'attuale presidente a pochi passi, pena la violazione di un protocollo non scritto ma sempre rispettato per non viziare le primarie.

Il ritiro di Biden apre la strada soprattutto alla Clinton, reduce da una convincente performance al primo dibattito tra gli aspiranti democratici che ha invertito il suo declino nei sondaggi restituendole il mantello di chiara favorita. Sanders resta il principale sfidante, ma oggi in difficoltà, mentre l'unico altro elemento di disturbo appare l'eventuale candidatura indipendente di Jim Webb, ex senatore della Virginia ed eroe militare.
Le battaglie per Clinton sono però tutt'altro che finite. Oggi sarà chiamata a testimoniare in Congresso sulla tragedia di Bengasi, la sede diplomatica statunitense in Libia assalita nel 2012 da terroristi che uccisero l'ambasciatore Chris Stevens. Lei era allora Segretario di Stato e la maggioranza repubblicana vuole fare chiarezza sulle responsabilità nella vicenda: la Commissione d'inchiesta parlamentare ha esaminato 70.000 pagine e interrogato 50 testimoni per preparare le audizioni con Clinton.

E la decisione del 73enne Biden, alla vigilia di quell'appuntamento in Parlamento, è parsa estremamente sofferta, molto meno d'una legittimazione della leadership di Clinton e tutt'ora segno delle incertezze tra i democratici. Il vicepresidente per tre mesi ha considerato le sue opzioni, mesi segnati dal lutto per la morte del figlio Beau, giovane politico in ascesa ucciso da un tumore al cervello. Ieri Biden ha mostrato rimpianto per non poter correre, svelando che in realtà la famiglia gli aveva offerto il suo sostegno a una candidatura. Troppo tardi: “Sfortunatamente credo di non avere più il tempo necessario per lanciare una campagna vincente per la nomination”, ha detto. E a continuato: “Non sarò un candidato, ma non resterò in silenzio”.

Un silenzio, anzi, che ha rotto subito criticando esplicitamente proprio Hillary Clinton su più fronti. Lei aveva definito i repubblicani “nemici”. Biden l'ha corretta: “Sono la nostra opposizione, non i nostri nemici” e “per il bene della nazione dobbiamo lavorare assieme”. Ancora: Clinton ha predicato maggior interventismo in politica estera. Biden ha risposto: “La tesi che dobbiamo fare qualcosa quando i cattivi compiono atti malvagi non basta a giusitificare un intervento americano e mettere a repentaglio la vita dei nostri ragazzi”. Infine su Obama e la sua eredità, dalle quali Clinton ha mostrato di volersi distanziare compresi gli accordi di libero commercio: “I democratici dovrebbero difendere e correre sulle politiche realizzate dal presidente”.

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