Mondo

Quasi 200mila migranti nel 2015, vacilla il modello svedese

  • Abbonati
  • Accedi
AFFLUSSO RECORD

Quasi 200mila migranti nel 2015, vacilla il modello svedese

La crisi migratoria che ha investito l’Europa si fa sempre più problematica per la Svezia che dovrà far fronte quest’anno a un flusso record: fino a 190mila persone. La nuova stima - più del doppio rispetto ai 74mila preventivati a luglio - è stata fornita dall’Ufficio nazionale per l’immigrazione e mette a dura prova strutture di accoglienza e finanze del Paese scandinavo.

Tanto più che per il 2016 le previsioni non sono più incoraggianti: 170mila migranti e costi che saliranno a 60 miliardi di corone (quasi sei miliardi e mezzo di euro), anche in questo caso il doppio della stima precedente. «L’attuale emergenza profughi - ha dichiarato Anders Danielsson, direttore dell’Agenzia - non ha equivalenti nei tempi moderni». Questi numeri - ha aggiunto il ministro per l’Immigrazione, Morgan Johansson - «non sono sostenibili». Per dare un’idea della sfida che Stoccolma deve affrontare, in rapporto ai suoi dieci milioni scarsi di abitanti, è come se gli Stati Uniti dovessero fronteggiare un flusso di sei milioni di persone.

Quest’anno in Svezia sono già arrivati 100mila rifugiati, superando il record di 84mila registrato nel 1992, durante le guerre balcaniche. E non è difficile capire perché: la tradizionale politica di accoglienza (in particolare la concessione di una residenza permanente a quanti si vedono riconoscere lo status di rifugiato), che già ne ha fatto il Paese europeo con il più alto numero di profughi pro capite, è un innegabile elemento di attrazione per i tanti disperati in fuga dalle guerre (Siria prima di tutto, ma anche Iraq e Afghanistan).

Ora però il quadro si è fatto difficile. La prima difficoltà che Stoccolma si trova ad affrontare è di natura pratica e logistica: dove mettere le persone. Si stima che entro la fine dell’anno mancheranno tra i 25mila e i 40mila posti letto. Questa settimana l’Ufficio immigrazione ha allestito un campo temporaneo con 350 tende riscaldate, perché le temperature iniziano a diventare rigide. E il problema è destinato ovviamente ad aggravarsi con l’avanzare dell’inverno.

Il secondo problema è di natura economica. Il governo a guida socialdemocratica ha avvertito che l’aumento dei costi per i rifugiati prolungherà il deficit nei conti pubblici ereditato dalla crisi finanziaria. Il ministro delle Finanze, Magdalena Andersson, ha confermato infatti che ci vorrà più tempo per tornare a un surplus e che, per coprire i costi, sarà necessario tagliare in altre aree.

C’è poi un altro risvolto economico, una sorta di effetto collaterale dei flussi migratori evidenziato dal ministro per la Cas, Mehmet Kaplan: un ulteriore surriscaldamento del mercato immobiliare, già alle prese con un’offerta insufficiente rispetto alla domanda, destinata a crescere con l’aumento della popolazione.

E non mancano, naturalmente, le ripercussioni politiche. La destra xenofoba dei Democratici Svedesi ha fatto della campagna anti-immigrazione uno dei suoi cavalli di battaglia (ha promesso di ridurre del 90% i visti concessi) e inizia a capitalizzare un sentimento di minore disponibilità tra la popolazione, tanto che - secondo gli ultimi sondaggi - è il partito con più consensi; nei giorni scorsi ha annunciato che comprerà spazi pubblicitari in Giordania, Libano e Turchia per invitare i profughi alloggiati nei campi di quei Paesi a non venire in Svezia. Ma anche altri partiti di opposizione, a cominciare dai Moderati, chiedono di correggere la rotta, per esempio concedendo permessi di residenza non permanenti. Si comincia poi a parlare, anche in Svezia, di controlli temporanei alle frontiere e regole più stringenti per i ricongiungimenti familiari.

Il governo per ora resiste e cerca di evidenziare i vantaggi legati all’introduzione di forza lavoro giovane in una popolazione che invecchia, a sottolineare, cioè, come i migranti siano anche una risorsa e una potenzialità di crescita futura. La prima sfida, però, rimane il presente.

© Riproduzione riservata