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La Polonia sceglie la destra euroscettica. Maggioranza assoluta per…

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IL VOTO A VARSAVIA

La Polonia sceglie la destra euroscettica. Maggioranza assoluta per Kaczynski

Vittoria nettissima alle elezioni in Polonia per la destra ultraconservatrice, nazionalista, populista ed euroscettica. I risultati definitivi arriveranno solo oggi ma i primi exit poll diffusi la notte scorsa alla chiusura dei seggi non sembrano lasciare dubbi.
Diritto e Giustizia il partito di Jaroslaw Kaczynski ha trionfato conquistando circa il 38% dei voti e 232 seggi (su 460) e quasi certamente avrà la maggioranza assoluta in Parlamento. Sconfitti pesantemente i liberali euroconvinti di Piattaforma civica (23,6% e 137 seggi), nonostante la continua crescita economica ottenuta dal Paese negli ultimi otto anni con il loro governo.

A guidare il prossimo esecutivo sarà con tutta probabilità Beata Szydlo, 52 anni, volto nuovo di Diritto e Giustizia che somma alla retorica sull’identità nazionale e alla difesa della tradizione cattolica più conservatrice, la visione politica ed economica di una destra sociale, favorevole all’intervento dello Stato nell’economia oltre che al sostegno delle famiglie e delle piccole imprese. Una destra nazionalista che vuole stare nella Nato per contrastare la Russia e nell’Europa nonostante i contrasti con la vicina Germania e con Bruxelles.

È la Polonia di Kaczynski, il leader indiscusso di Diritto e Giustizia (Prawo i Sprawiedliwosc, abbreviato in PiS), già premier indigesto all’Unione europea, oggi più che mai grande capo del fronte nazional-populista nonostante abbia fatto, formalmente, un passo indietro cedendo la scena e la campagna elettorale a facce più giovani e gradite agli elettori. Come quella di Andrzej Duda, eletto presidente della Repubblica lo scorso maggio, o come quello di Beata Szydlo, candidata a guidare il prossimo governo.

Pesantissima invece la sconfitta per i liberali di Piattaforma civica che pure hanno portato il Paese a crescere dl 4% in media all’anno negli anni del loro governo superando senza mai entrare in recessione anche la grande crisi finanziaria internazionale e la crisi del debito sovrano in Europa. Rimasta orfana di Donald Tusk, diventato presidente del Consiglio europeo, Piattaforma civica (in polacco Platforma Obywatelska, PO) non ha trovato in Ewa Kopacz la candidata premier capace di convincere gli elettori.

Del tutto ininfluenti risulterebbero gli altri tre partiti che hanno superato lo sbarramento per entrare in Parlamento: Kukiz’s 15, il movimento antisistema della rockstar Pawel Kukiz (con il 9% e 44 seggi); Nowoczesna, il partito liberale dell’economista Ryszard Petru (7,5% e 30 seggi) e il Partito popolare dei contadini (5,2% e 18 seggi) già pronto, come da tradizione, ad appoggiare il nuovo governo. Scompare dai banche dell’opposizione la sinistra che si era presentata come coalizione ma che non ha raggiunto la soglia richiesta per avere seggi in Parlamento.

Il 40% circa che gli exit poll assegnano a Diritto e Giustizia può garantire al nuovo governo monocolore una maggioranza assoluta senza precedenti da quando il Paese ha riconquistato la democrazia nel 1989 . «Il Paese ha bisogno di cambiare», ha detto anche nella notte del trionfo Kaczynski, ribadendo la determinazione a «cancellare il disastro combinato da Piattaforma civica negli anni di governo».

La destra nazionalista e populista di Kaczynski ha vinto cavalcando il sentimento anti-migranti di molta parte della cittadini polacchi ma ha anche attaccato le misure economiche del precedente governo liberale cercando i voti delle fasce di popolazione tagliate fuori dal progresso del Paese, soprattutto tra i giovani e nelle aree rurali.

Kaczynski e i suoi fedelissimi hanno annunciato nuove tasse per le catene della grande distribuzione e per le banche straniere, hanno proposto di abbassare l’età pensionabile, di modificare le imposte sul reddito per agevolare le famiglie più povere e di abbassare dal 19% al 15% la flat tax per le imprese più piccole. Per far fronte all’inevitabile aumento della spesa pubblica, Diritto e Giustizia ha in programma di utilizzare le risorse della Banca centrale per immettere nell’economia polacca 100 miliardi di dollari in sei anni. Se gli annunci della campagna elettorale troveranno conferma nei provvedimenti del prossimo governo, i timori e i contrasti con l’Unione europea non potranno che aumentare.

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