Il compromesso è l'ultimo atto dello Speaker della Camera John Boehner, che ha annunciato le proprie dimissioni in settimana davanti alle profonde divisioni nel partito repubblicano tra la corrente ultra-conservatrice vicina ai Tea Party e l'ala più moderata rappresentata da Boehner stesso. Giovedì è prevista l'elezione di un nuovo Speaker, Paul Ryan, che vorrebbe cominciare il suo mandato con la sfida fiscale risolta.
Il patto deve tuttavia ancora essere approvato dal Congresso per entrare in vigore e qualora fallisse potrebbe portare il governo americano sull'orlo di una nuova crisi, con le risorse per fare fronte a tutti i pagamenti che cominceranno a scarseggiare dai primi di novembre, stando alle previsioni del Segretario al tesoro Jack Lew. Più precisamente, le difficoltà nel gestire il debito scatterebbe il 3 novembre mentre i problemi per gli uffici e i programmi pubblici l'11 novembre.
I passaggi chiave dell'intesa sospendono il tetto sul debito federale fino a metà marzo del 2017 e garantiscono un incremento nella spesa pubblica entro il settembre di quell'anno pari a 80 miliardi di dollari. Il varo dell'accordo dovrà essere seguito da dettagliati provvedimenti di finanziamento dei ministeri e delle attività federali entro dicembre, probabilmente in una unica legge.
L'ostacolo maggiore ad una approvazione viene dalla Camera: per il passaggio dovrà contare sul consenso di tutti i democratici e di alcune decine di deputati repubblicani. Ma molti esponenti conservatori hanno tradizionalmente cercato di bloccare ogni misura di nuova spesa e nuovo indebitamento, fedeli a una piattaforma ideologica di riduzione del governo. Mentre numeri esponenti democratici progressisti considerano spesso inadeguati gli incrementi di fondi pubblici per i programmi sociali.
Nell'estate del 2011 la battaglia sul budget e sul debito portò a una impasse che vide la paralisi dell'amministrazione e il controverso declassamento del rating sul debito statunitense da parte di Standard & Poor's.
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