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Fed: rialzo dei tassi rinviato ma potrebbe arrivare a dicembre. Scatto…

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Fed: rialzo dei tassi rinviato ma potrebbe arrivare a dicembre. Scatto del dollaro

La Banca centrale americana ha rinviato ancora una volta l’atteso rialzo dei tassi di interesse. Il Fomc, il Comitato di politica monetaria che si è riunito ieri e oggi, ha lasciato invariati i Fed Funds al minimo storico, vicino allo zero. Il prossimo appuntamento è fissato per il 15 e 16 dicembre. La Fed però ha esplicitamente indicato la prossima riunione come quella in cui potrebbe alzare il costo del denaro e ha tolto dal comunicato il riferimento all’impatto degli sviluppi economici internazionali sull’economia americana, un’omissione che secondo gli osservatori potrebbe preludere a un rialzo dei tassi a dicembre. La decisione di lasciare invariati i Fed funds è stata presa quasi all’unanimità: ha votato contro solo Jeffrey Lacker, presidente della Fed di Richmond, che come il mese scorso avrebbe preferito subito un rialzo di 25 punti base.

«Nel determinare se sarà appropriato alzare il target range alla prossima riunione - questa la frase che ha mosso i mercati - il Comitato valuterà i progressi - sia effettivi che attesi - verso gli obiettivi di piena occupazione e di un’inflazione al 2 per cento».

Il tono più assertivo del comunicato ha convinto i mercati che la prossima volta potrebbe essere quella buona. Così il dollaro è scattato sull’euro a quota 1,09, ai massimi da quasi tre mesi, i rendimenti dei titoli di Stato americani decennali sono a loro volta saliti al 2,08% e Wall Street ha azzerato i guadagni di giornata.

Il rebus tassi - l’ipotesi di una stretta è sulla rampa di lancio ormai da mesi - si è complicato ancora di più per i mercati nelle ultime settimane. Ci hanno pensato gli affanni e le risposte di Europa e Asia. Le trimestrali sotto pressione della Corporate America. La Bce guidata da Mario Draghi ha preannunciato nuovi stimoli per la fragile Eurozona. Interventi pro-crescita sono in arrivo forse fin da venerdì da parte di una Banca del Giappone alle prese con un paese ancora una volta in odore di recessione, mentre la Cina, per combattere i malesseri “emergenti”, è reduce dal sesto allentamento di politica monetaria in meno di un anno. Quanto alla Fed, tra i dilemmi della sua leadership, il meeting di dicembre potrebbe segnare il primo rialzo dei tassi dal 2006.

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