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Siria, gli Usa tratteranno con Iran e Russia per una soluzione politica

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anche zarif partecipa al negoziato a vienna

Siria, gli Usa tratteranno con Iran e Russia per una soluzione politica

Il segretario di Stato Usa John Kerry avrà un bilaterale con l'omologo iraniano Mohammad Javad Zarif questo pomeriggio a Vienna, prima di colloqui multilaterali in programma in serata. Lo ha annunciato un funzionario del dipartimento di Stato.
Stando a quanto riferito dall'agenzia di stampa Irna, Zarif avrà in serata un incontro con Kerry e il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov.

di Marco Valsania
La nuova offensiva dell'amministrazione di Barack Obama contro lo Stato Islamico prende corpo. Un'azione che combina, con rinnovata urgenza, il fronte politico a quello militare: i diplomatici statunitensi hanno invitato e incontreranno per la prima volta, tra stasera e venerdì, una delegazione di alto livello dell'Iran nell'ambito del negoziato internazionale convocata a Vienna per cercare una soluzione alla crisi in Siria.

Ai colloqui, assieme alla partecipazione inedita, confermata ufficialmente ieri da Teheran, del ministro degli Esteri Javad Zarif, saranno presenti, tra gli altri, rappresentanti della Russia, dell'Arabia Saudita, della Turchia, dell'Egitto e dell'Iraq.

La Casa Bianca ha però alzato nuovamente anche il tiro del suo intervento bellico: Obama sta preparando l'invio di uno squadrone di nuovi elicotteri d'attacco Apache in Iraq per attaccare le posizioni di Isis, una mossa che richiede l'arrivo nel Paese anche di centinaia di nuovi soldati e tecnici. Gli elicotteri, almeno otto, sono tra le armi più potenti a disposizione delle forze americane in compiti anti-guerriglia grazie alla loro precisione nel colpire, e vengono utilizzati assieme a squadre di cosiddetti “spotters”, di specialisti nell'identificare obiettivi e chiamare gli attacchi, che entrerebbero a fare parte di forze locali impegnate contro gli estremisti.

Poco prima l'amministrazione aveva già lasciato filtrare piani per il dispiegamento senza precedenti di truppe - seppure un limitato numero di commando scelti - in territorio siriano nei pressi del fronte di combattimento. Le Special Operations Forces americane verrebbero integrate in gruppi di combattenti moderati e tra le milizie curde sostenute da Washington. Tutte queste e altre proposte ancora sono oggi all'esame di Obama per un via libero definitivo forse già nelle prossime ore, una brusca sterzata dettata dal peggiorare delle circostante a favore di un crescente intervento in una regione dove aveva in passato promesso invece di por fine alle guerra e al coinvolgimento diretto americano.

È stato lo stesso nuovo segretario alla Difesa Ash Carter ad alludere esplicitamente in Congresso al cambio di atteggiamento in corso: «Ci aspettiamo di intensificare la nostra campagna di bombardamenti aerei, grazie anche a ulteriori velivoli statunitensi e della coalizione, per colpire più frequentemente e con maggior forza» le posizioni di Isis, ha detto ieri durante audizioni parlamentari. «Gli obiettivi - ha aggiunto - saranno di maggiore importanza con il migliorare della nostra intelligence e comprenderanno le attività nel petrolio, un componente critica della loro infrastruttura finanziaria».

Altrettanti cambi di passo sono in atto in campo diplomatico. L’Iran ha accettato la nuova apertura di Obama e si manderà una delegazione a Vienna. Teheran ha affermato, attraverso un portavoce governativo, di aver «esaminato l'invito e deciso che il ministro degli Esteri sarà al negoziato». Mosca, con cui l'Iran opera oggi in concerto sia diplomatico che militare a sostegno del regime di Assad, ha fatto sapere a sua volta di aver premuto per «un ampliamento del dialogo sulla Siria». Washington insiste invece su una svolta a Damasco, con Assad che potrebbe rimanere al potere solo in una breve fase di transizione verso un nuovo governo.

È stato proprio il crescente coinvolgimento di Iran e Russia nel conflitto siriano e potenzialmente ora anche in quello in Iraq a trasformare in emergenza un ripensamento della strategia statunitense. Obama nel pomeriggio vedrà a porte chiuse il generale John Allen, che sta completando il suo mandato come inviato speciale del presidente incaricato di seguire l'alleanza globale creata contro l’Isis.

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