Mondo

Perché Apple non compra Bmw o Disney con i suoi 206 miliardi $ di…

  • Abbonati
  • Accedi
il mare di soldi di cupertino

Perché Apple non compra Bmw o Disney con i suoi 206 miliardi $ di liquidità?

Cambiando in banconote da un dollaro i 206 miliardi di dollari di liquidità che si ritrova Apple (dati della ultima trimestrale, comunicata martedì scorso), si potrebbe coprire quattro volte la distanza tra Milano e New York. Oppure correre sopra alle banconote 534 maratone. O ancora compiere 60 volte il percorso dalla Terra alla Stazione Spaziale Internazionale in orbita sopra le nostre teste, facendo 30 volte il viaggio di “Astro Samantha” (la mitica astronauta italiana Samantha Cristoforetti).

Quiz, conosci la storia di Apple?

E ancora, Apple potrebbe: comprare l’intera Disney, facendo indossare gli Apple Watch ai Vendicatori Marvel o disegnando le nuove iLighsaber (le spade laser) dei cavalieri Jedi di Guerre Stellari. Oppure potrebbe acquistare in blocco Amazon e Netflix, o ancora divorarsi in un solo boccone Uber, Tesla e un terzo colosso digitale a scelta (vi ricordate le carte “obiettivi” del vecchio gioco del Risiko?).

E invece cosa se ne fa Apple del suo mare di liquidità stile deposito di Paperone, pari al Pil dell’intera Repubblica Ceca? Cosa se ne fa di una montagna di soldi che supera la liquidità di Microsoft (99 miliardi di dollari), Google (73 miliardi), Amazon (14 miliardi) e Facebook (14 miliardi pure lei) messe assieme? Non se ne fa nulla, assolutamente nulla. Lo lascia a fare le ragnatele in Irlanda e negli altri Paesi offshore in cui è dolcemente custodito (187 miliardi si trovano al di fuori dei confini Usa), praticamente esentasse, al riparo dal fisco a stelle e strisce.

Ma come, e il futuro della Mela? Può la più grande azienda del mondo dormire sonni tranquilli quando il 62% del suo fatturato arriva da un solo oggettino chiamato iPhone? E se domani qualcosa si inceppasse nell’incanto del melafonino? Se perdesse il suo appeal? Se non riuscisse più a sedurre i cinesi? Per la verità Tim Cook, presentando l'ultima trimestrale, ha anticipato che Cupertino farà una dozzina di acquisizioni per «accelerare la nostra roadmap». Probabilmente nessuna grossa preda, nessuna superiore ai 3-4 miliardi di dollari.

Divertiamoci a fare del sano fantabusiness. E se Apple investisse almeno un po' dei suoi fantastiliardi per anticipare la sua vera roadmap del futuro, l’iCar, attesa per il 2019? Il candidato ideale potrebbe essere la vicina di casa Tesla Motor, la regina dell’auto elettrica, anch’essa californiana, che con i suoi 27 miliardi di dollari di capitalizzazione è una facile preda per Apple. Oppure la ben più prestigiosa Bmw, che da ricerche di mercato risulta essere il brand automotive più di frequente accostato alla Mela. E che ha già un paio di auto elettriche in scuderia. Certo, il costruttore bavarese costicchia: ha un valore di mercato di circa 60 miliardi di dollari, più del doppio di Tesla. Però potrebbe far gioco alla Mela, sia come brand che come tecnologia. E chissà che prima o poi una parte del tesoro estero di Cupertino, nascosto offshore a fare le ragnatele (esentasse), non ci riservi finalmente una bella sorpresona.

© Riproduzione riservata