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Dagli Usa nuove accuse a Volkswagen: nel mirino anche Porsche

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lo scandalo emissioni si allarga

Dagli Usa nuove accuse a Volkswagen: nel mirino anche Porsche

Volkswagen rigetta le accuse dell'Epa, l'agenzia federale Usa per la protezione dell'ambiente, sull'uso di trucchi utilizzati anche su motori diesel più grandi. «La Volkswagen sottolinea che non è stato installato alcun software sui modelli 3 litri V6 diesel per modificare in modo illegale i valori» dei test antismog.

Nuove accuse a Volkswagen dagli Stati Uniti: l'Epa, l'Ente americano per la protezionedell'ambiente, ha notificato al gruppo tedesco una seconda Notice of violation (Nov) relativa al presunto utilizzo su motori diesel di software in grado di truccare i risultati dei test sulle emissioni inquinanti. L'avviso è stato notificato a Volkswagen, Audi e Porsche e riguarda veicoli con motori diesel da 3.0 litri di cilindrata prodotti dal 2014 a oggi: i SUV Vw Touareg, Porsche Cayenne e Audi Q7 e Q5 e le berline Audi A6, A7, A8 e A8L; il provvedimento riguarda circa 10mila unità vendute dal 2014, oltre a un numero imprecisato di veicoli “modello 2016” (in vendita negli Usa da settembre).

All'indagine ha partecipato anche il California Air Resources Board (Carb), che ha proseguito dopo quella data i test casuali su veicoli di tutti i costruttori. «Questi test - afferma il Carb - hanno sollevato serie preoccupazioni sulla presenza di defeat devices su altri veicoli Vw, Audi e Porsche». Secondo il «Detroit News», che cita l'Epa, i test su veicoli di altre marche non hanno per ora fornito prove di violazioni di questo tipo; i test sono ancora in corso.

Secondo l'Epa «Vw ha sviluppato e installato sui modelli sopra citati un dispositivo software (il cosiddeto defeat device) che in determinate circostanze produce emissioni di ossidi di azoto (Nox) fino a nove volte il massimo ammesso». Il meccanismo sarebbe simile a quello adottato sui motori della serie EA189 installati su 11 milioni di auto del gruppo in tutto il mondo, per il quale Volkswagen rischia una multa miliardaria e di pagare maxirisarcimenti in tutto il mondo: il software sarebbe in grado di riconoscere le procedure di test attivando solo in quel caso la modalità a basse emissioni; tale modalità verrebbe invece annullata dopo esattamente un secondo dalla fine del test.

Quella dell'Epa è per ora solo un'accusa che si basa su test condotti dopo il 25 settembre, ovvero dopo l'annuncio delle prime sanzioni relative a poco meno di 500mila auto con motori 2 litri; Vw avrà ora la possibiltà di fornire le proprie ragioni. Il gruppo tedesco però rischia grosso, soprattutto negli Usa: nel comunicato diffuso ieri sera l'Epa ricorda infatti che «le violazioni di cui Volkswagen è accusata si aggiungono a quelle citate nel procedimento di settembre e all'indagine sulla presenza di un defeat device su motori diesel 2 litri degli anni 2009-2015». Se dovesse essere confermata la presenza di software illegali anche sui diesel 3 litri, dopo che Vw aveva assicurato che era limitato solo ai propulsori più piccoli, sarebbe un altro durissimo colpo alla credibilità di Vw.

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