La ripresa in Europa è «moderata» e ancora «non soddisfacente». Secondo le ultime stime della Commissione di Bruxelles, l’economia dell’area euro crescerà dell’1,6% quest’anno e dell’1,8% il prossimo, mentre nell’intera Unione europea andrà un po’ meglio con un aumento del Pil pari all’1,9% e al 2% nel 2015 e nel 2016. Per la Commissione «l’impatto dei fattori positivi sta svanendo e si affacciano nuove sfide». Il cambio favorevole con il dollaro, i costi ridotti delle materie prime e gli interventi della Bce non potranno sostenere per sempre l’economia. Si confida tuttavia nell’incremento dell’occupazione, dei consumi e degli investimenti. E si guarda con preoccupazione al rallentamento della Cina e degli altri mercati emergenti; alla normalizzazione della politica monetaria della Federal Reserve; alle tensioni geopolitiche, compresa l’eventuale Brexit; oltre che all’indebitamento delle imprese e al peso dei crediti bancari in sofferenza. Ma questi fattori hanno un impatto diverso sui singoli Paesi. A comporre la crescita media europea contribuiscono infatti economie che vanno a velocità diverse. Ma quali sono le lepri e quali le tartarughe?