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Volkswagen dovrà rimborsare anche la Grecia per lo scandalo CO2

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Volkswagen dovrà rimborsare anche la Grecia per lo scandalo CO2

“Il gruppo Volkswagen garantirà il conguaglio di eventuali maggiori tasse”. Lo ha scritto il ceo, Matthias Muller, ai ministri delle Finanze di tutti i 28 Paesi Ue, chiedendo di mandare il conto direttamente alla casa automobilistica, evidentemente per non “disturbare” clienti che potrebbero essere già inferociti dallo scandalo delle emissioni. Ma nella realtà non sarà così semplice: bisognerà seguire le leggi nazionali di ben 19 Paesi diversi (inclusa la Grecia, normalmente additata dai tedeschi per aver truccato i conti pubblici), quelli che il cui sistema di tassazione dell'auto è legato – in vari modi – ai livelli di CO2 emessi allo scarico. A questi singoli Stati si aggiunge la stessa Ue.

Il problema dell'evasione fiscale è scoppiato mercoledì scorso, 4 novembre, quando il gruppo Volkswagen ha dichiarato che ci sono irregolarità non solo nelle emissioni di ossidi di azoto (fino a quel momento, le sole al centro dello scandalo scoppiato a metà settembre), ma anche su quelle di anidride carbonica. Che sono quelle cui nell'ultimo decennio 20 Stati europei hanno commisurato in tutto o in parte la tassazione sull'auto, per raggiungere gli obiettivi di riduzione della CO2 entro il 2020 fissati dalla Ue (l'area del mondo che si è impegnata maggiormente su questo fronte, mentre le potenze extraeuropee hanno dato priorità ad altre sostanze). Quando i nuovi test sulle vetture del gruppo Volkswagen rileveranno ufficialmente livelli di CO2 maggiori di quelli dichiarati sinora, scatterà l'obbligo di pagare la differenza calcolata in base ai nuovi livelli.

Le tasse commisurate alla CO2 possono essere quelle che gravano sull'acquisto o quelle che gravano sul possesso. In Italia, sono rispettivamente l'Ipt e il bollo auto, ma il problema non si pone, perché il primo tributo è commisurato alla potenza massima del motore, il secondo alla classe Euro di emissioni inquinanti (tra le quali non rientra la CO2) e la potenza stessa. L'unico problema che si pone in Italia è molto limitato, perché riguarda quei pochi incentivi eventualmente erogati nel 2012-2013 (spettavano aldisotto di alcune soglie di CO2, ma le regole erano stringenti e i fondi disponibili pochi).

Le cose stanno molto diversamente in Francia, dove di fatto le tasse sull'acquisto sono state trasformate in un sistema d'incentivazione per le vetture che emettono meno CO2: gli aggravi fissati per le emissioni più alte (la cui soglia viene determinata di anno in anno per far sì che il sistema si autofinanzi) coprono gli sconti concessi su quelle più basse.

Ci sono poi Paesi nel quali la CO2 entra nel conteggio sia delle tasse di acquisto sia di quelle sul possesso. Per fortuna della Volkswagen, i loro mercato sono piccoli. Si tratta di Cipro, Finlandia, Croazia, Irlanda, Olanda e Portogallo.

Sui mercati principali, invece, la CO2 entra nel conto o delle tasse di acquisto (oltre alla Francia, si segnalano Regno Unito e Spagna) o di quelle sul possesso (Germania).
Quanto agli altri mercati, ci sono tasse d'acquisto basate sulla CO anche in Austria, Belgio, Lettonia, Malta, Romania e Slovenia. Sul fronte del solo bollo ci sono invece Grecia, Lussemburgo e Svezia.

Occorrerà studiare Paese per Paese se la normativa locale concede spiragli per pagamenti diretti da parte della Volkswagen. Normalmente le tasse sull'auto sono dovute dal proprietario o, al limite, da chi utilizza il mezzo su strada. Senza contare che a volte vige il principio dell'autotassazione, in base al quale il cittadino è responsabile in prima battuta anche del calcolo dell'importo esatto.

Poi naturalmente anche i cittadini che dovessero essere chiamati a pagare potranno rivalersi sulla casa automobilistica. In ogni caso, la situazione creata dallo scandalo Volkswagen è del tutto inedita e quindi apre questioni giuridiche complesse.

Più chiara è la situazione nei confronti della Ue: il regolamento 443/2009 (modificato varie volte) prevede in sostanza che i costruttori paghino direttamente all'Unione una penalità per ogni vettura venduta che ha emissioni superiori al limite fissato (attualmente 130 g/km), sia pure con una serie di correttivi. Il meccanismo è attivo già dal 2012.

I Paesi Ue con tasse sull'acquisto di auto basate sulle emissioni di CO2
PaeseMeccanismo
Austriabonus malus con tetto al 32% del valore dell'auto
Belgio - Solo CO2 in Vallonia, anche su classe Euro, tipo di alimentazione ed età nelle Fiandre
Cipro - Dettagli non disponibili
Spagna - Dal 4,75% del valore dell'auto (per emissioni da 121 a 159 g/km) al 14,75% (oltre i 200 g/km)
Finlandia - Dal 5% al 50% del valore, in base a CO2 e prezzo dell'auto
Francia - Da 150 euro (tra 131 e 135 g/km) a 8.000 (sopra i 200 g/km)
Croazia - In base a prezzo ed emissioni
Irlanda - Dal 14% al 36% del valore dell'auto, proporzionalmente alle emissioni
Lettonia - Dettagli non disponibili
Malta - Proporzionale a emissioni e lunghezza dell'auto
Olanda - Proporzionale a prezzo ed emissioni dell'auto
Portogallo - Proporzionale a cilindrata ed emissioni dell'auto
Romania - Proporzionale a cilindrata, classe Euro ed emissioni dell'auto
Slovenia - Proporzionale a prezzo ed emissioni dell'auto
Fonte: Tax Guide Acea 2015

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