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Unione europea del Welfare: oltre la metà degli europei preoccupati per il proprio futuro

La pensione e i servizi per la terza età preoccupano i cittadini Ue. È quanto emerge da un sondaggio condotto da sette diversi think tank tra cui Bertelsmann Stiftung che ha coinvolto otto paesi europei sul futuro del welfare (Italia, Francia, Polonia, Portogallo, Inghilterra, Germania, Finlandia, Belgio) . Un ruolo più attivo di pressione sugli stati membri in materia di riforme del welfare è ciò che chiedono i cittadini all'Unione Europea (tra il 52% e il 78%).

A sorprendere gli esperti è che ci sia una sorta di patto silenzioso tra i cittadini dei diversi stati sul ruolo che deve giocare l'Ue nella sicurezza sociale,
persino tra gli inglesi(41%) che si preparano ad un referendum per decidere se uscire dall'Unione o meno. Già in un altro recente sondaggio del think tank tedesco la maggior parte degli intervistati si era espressa a favore di una migliore integrazione economica e sociale europea (60%).

La maggior parte dei cittadini è preoccupata per lo stato della protezione sociale a cui si potrebbe arrivare nel 2050: tra il 51% e il 70 % dei rispondenti al sondaggio negli otto paesi, dilaga la paura che il sistema di welfare non potrà, in futuro, garantire i pagamenti delle pensioni. Tra il 40% e il 63% dei cittadini coinvolti teme per i servizi che riguardano l'assistenza agli anziani. Anche in Germania i cittadini sono preoccupati (70%) che le pensioni non saranno in grado di rispondere alle proprie necessità. Non ci saranno sussidi per la disoccupazione sufficienti in futuro, è quello che temono i cittadini europei, cifra che in Italia e in Belgio raggiunge quasi il 60%.

Minore scetticismo si registra sull'assistenza sanitaria(32%-52% ), sui servizi per l'infanzia (31%-37%), sull'istruzione e la formazione (18%-44%). Sul come assicurare un sistema di protezione sociale e dei servizi nei prossimi anni, i paesi Ue appaiono divisi. Da una parte gli stati economicamente forti come la Finlandia (58%), la Gran Bretagna (50%) e la Germania (48%) dove la maggior parte dei cittadini è pronta a pagare più tasse e a far crescere i contributi per la sicurezza sociale pur di mantenere i livelli attuali di protezione sociale. Dall'altra nei paesi con economie meno stabili si preferisce una riduzione dei benefits sociali piuttosto che pagare maggiori contributi. A pensarla in questo modo sono i cittadini francesi (51%), polacchi (49%), portoghesi (47%) belgi (47%), italiani (43%).
Oltre la metà dei cittadini Ue intervistati, è favorevole affinché l'Ue intervenga nel porre degli standard minimi sulla protezione sociale che debbano essere raggiunti da ogni paese membro (63%-86%).

L'Europa dovrebbe anche assicurare solidarietà tra gli stati attraverso trasferimenti finanziari dai paesi più ricchi a quelli meno fortunati, secondo l'opinione dei cittadini. Ciò che è sorprendente, è che a supportare questa idea non sono solo coloro che abitano nei paesi più deboli, ma anche i tedeschi (62%) e gli inglesi(54%). Per il 47% dei cittadini Ue, secondo dati recenti del think tank tedesco, uno dei principali obiettivi Ue è la riduzione delle disparità sociali.

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