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Guerra dell’etichetta sui prodotti «degli insediamenti».…

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Guerra dell’etichetta sui prodotti «degli insediamenti». Israele: «La Ue deve vergognarsi»

Nonostante le proteste, si procede: è battaglia di etichetta tra Unione europea e Israele. La Commissione europea ha approvato la cosiddetta “nota interpretativa” alle linee guida pubblicate ad aprile 2013 per l'etichettatura dei prodotti provenienti dai Territori occupati da Israele. La nota era stata sollecitata ad aprile da 16 governi Ue, compresa l'Italia. È prevista l'indicazione di provenienza da “insediamenti”. Israele ha definito ieri la possibilità che l'Unione europea segnali sulle etichette i prodotti provenienti dagli insediamenti in Cisgiordania una misura «antisemita».

«È oltraggioso e ingiusto» - ha dichiarato ieri a Gerusalemme il ministro israeliano per l'Energia Yuval Steinitz -. Non vi vediamo nient'altro che una specie di antisemitismo mascherato, perché ci sono chiaramente due pesi e due misure». L'intervento di Steinitz, ministro vicino a Netanyahu, è giunto mentre la Commissione europea preparava le linee guida ufficializzate oggi, con cui si chiarisce in che modo le regole esistenti sulla protezione dei consumatori potrebbero applicarsi ai beni prodotti negli insediamenti, finora etichettati come israeliani.

Il timore è che, se etichettati diversamente, i prodotti degli insediamenti vengano presi di mira da campagne di boicottaggio. Secondo Steinitz, con questo sistema si prende di mira Israele mentre vengono ignorate altre situazioni simili. «C'è forse qualcuno nell'Ue che vuole etichettare i prodotti del cosiddetto nord occupato di Cipro? - si è chiesto il ministro -. Ci sono alcuni dibattiti sui territori occupati nel mondo. C'è forse qualcuno che vuole etichettare i prodotti del Tibet o del Kashmir?». «Ci sembra che questa sia una discriminazione verso lo Stato ebraico» ha proseguito il ministro, invitando l'Ue «a pensare molto attentamente e a riesaminare» le politiche verso Israele. Il dibattito e le critiche sono accettabili, ha concluso Steinitz, ma «isolare, discriminare e intraprendere passi specifici soltanto contro la piccola democrazia israeliana è un'altra cosa».

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha detto che «l’Unione europea deve vergognarsi. È una decisione ipocrita e che rivela un doppio atteggiamento: si applica solo ad Israele e non ad 200 conflitti nel mondo».

Lo Stato ebraico ha minacciato «implicazioni» nei rapporti con l'Ue e convocato l'ambasciatore a Bruxelles. «Ci rammarichiamo che l'Ue abbia scelto, per ragioni politiche, di compiere un passo così discriminatorio ed eccezionale, ispirato dai movimenti di boicottaggio, specialmente in un momento in cui Israele sta affrontando un'ondata di terrorismo contro i suoi cittadini» ha scritto il ministero degli Esteri israeliano. Si tratta di «una questione tecnica e non politica» ha replicato il commissario europeo per l'Euro, Valdis Dombrovskis, «l'Ue non sostiene in alcun modo boicottaggi o sanzioni verso Israele».

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