Sulla lotta alla corruzione e al riciclaggio, i governi del G20 non mantengono le promesse. Questo l'amaro giudizio complessivo che emerge dal rapporto dell'organizzazione anti-corruzione Transparency International sull'impegno delle grandi potenze mondiali nel contrastare tali fenomeni “Just for Showing? Revieving G20 promises on beneficial ownership”. Ogni anno 2 mila miliardi di dollari vengono riciclati spesso attraverso società che permettono di mantenere segreta l'identità dei titolari effettivi del denaro.
«Basta scegliere uno qualsiasi dei principali scandali di corruzione della storia recente - Petrobras, FIFA, l'ex-presidente ucraino Viktor Yanukovych - e si troverà che una società anonima è stata usata per pagare tangenti, riciclare e nascondere denaro rubato, o comprare residenze di lusso in posti come Londra o New York» ha tuonato Cobus de Swardt, Managing Direttore di Transparency International. La Cina e gli Stati Uniti ottengono i risultati peggiori. Mentre a dominare la classifica è il Regno Unito, sebbene il report prenda in considerazione solamente il diritto interno e non gli standard sui beneficiari effettivi nei territori britannici d'oltremare e nelle dipendenze della Corona.
L'Italia viene sostanzialmente promossa, pur rimanendo sotto esame per la trasparenza dei beneficiari effettivi e la soglia del contante. «Il lavoro fatto dal governo italiano negli ultimi anni è buono ma non basta. Bisogna aumentare la trasparenza delle società attraverso la creazione di un registro centrale pubblico dei beneficiari effettivi», dichiara Davide Del Monte, Direttore Esecutivo di Transparency International Italia, «e soprattutto non bisogna fare passi indietro rispetto a politiche positive adottate in questi anni, come quella relativa alla bassa soglia di utilizzo del contante per i pagamenti. Alzarla, in un Paese come il nostro dove manca la cultura dei pagamenti elettronici, è un assist gratuito ai corrotti che vogliono riutilizzare il denaro guadagnato illecitamente».
Lascia, dunque, ancora perplessi la proposta del governo Renzi sulla soglia minima del contante perché potrebbe facilitare il riutilizzo del denaro da parte dei corrotti senza apportare alcun beneficio al Paese nel contempo. L'Italia si posiziona, di fatto, all'interno dello “Strong framework” con un punteggio di 62/100, un risultato positivo attribuibile secondo Transparency International all'impegno degli ultimi anni per introdurre delle normative specifiche sul monitoraggio da parte di banche, notai e avvocati e sulle segnalazioni sospette che rilevano.
Mentre negativo è il giudizio sul governo italiano per quel che riguarda la trasparenza dei titolari effettivi delle società, ossia di coloro che beneficiano, in ultima istanza, dei proventi di queste società. È spesso difficile risalire al reale beneficiario nascosto dietro strutture giuridiche complesse che finiscono per favorire il riutilizzo e il trasferimento di denaro illecito. Non vi è alcun registro che attesti i beneficiari delle società e nessun obbligo di mantenere le informazioni sulle società e le parti in causa.
In un primo studio sul rischio di riciclaggio di denaro nel 2014, risultavano ad alto rischio tredici province italiane dove il crimine organizzato è ben radicato e i pagamenti cash sono eccessivamente utilizzati. Particolarmente a rischio sono settori del servizio postale nazionale e le banche, le leggi attuali anti-riciclaggio appaiono però adeguate. Da rafforzare, invece, le misure preventive riguardo ai fondi fiduciari, come anche nelle professioni degli avvocati, dei ragionieri, dei commercianti di metalli preziosi, nel settore dei giochi d'azzardo e nelle agenzie immobiliari.
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