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I leader Ue danno il via libera al fondo di sostegno allo sviluppo in Africa

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al vertice di malta

I leader Ue danno il via libera al fondo di sostegno allo sviluppo in Africa

LA VALLETTA – dal nostro inviato Beda Romano
Alla ricerca di una difficile cooperazione nel delicato campo dell'immigrazione, i capi di stato e di governo dell'Unione europea e di una trentina di paesi africani hanno dato il via libera questa mattina a un fondo con il quale sostenere lo sviluppo in Africa. Lo strumento finanziario, che nelle speranze dovrebbe godere di una dote di 3,6 miliardi di euro, è uno dei pilastri di una collaborazione che i Ventotto sperano possa contribuire ad arginare l'arrivo in Europa di migliaia di immigrati.

«Il fondo di emergenza – ha detto in un comunicato il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker – mostra ancora una volta l'impegno dell'Unione europea a rispondere rapidamente alle sfide che stiamo affrontando nella regione». L'ex premier lussemburghese ha spiegato che l'obiettivo del fondo è di aggredire le “cause profonde” della crisi migratoria di questi mesi, vale a dire la povertà dalla quale molti migranti scappano.

L'Unione ha messo a disposizione 1,8 miliardi di euro, a cui dovrebbe aggiungersi una dote dello stesso ammontare proveniente dai Ventotto. Per ora, tuttavia, i paesi membri hanno versato circa 100 milioni di euro, di cui 10 provenienti dall'Italia. «Il dialogo sta procedendo in maniera franca e rispettosa – ha aggiunto Juncker –. Abbiamo un problema comune sulle due sponde del Mediterraneo e dobbiamo sostenere l'Africa perché hanno un problema più grande rispetto a quello che abbiamo noi».

Il vertice euro-africano di due giorni, iniziato ieri qui a La Valletta, deve servire a trovare una nuova cooperazione tra l'Europa e l'Africa, mettendo l'accento sull'immigrazione legale e i rimpatrii, oltre che sull'aiuto allo sviluppo. Il confronto non è privo di asperità. Mentre l'Europa sottolinea l'urgenza di lavorare sui rimpatrii di chi non ha diritto all'asilo, l'Africa vuole precise filiere per facilitare l'immigrazione legale. Finora nel 2015 si stima siano arrivati in Europa 1,2 milioni di immigrati clandestini.

L'incontro maltese a livello di capi di Stato e di governo giunge in un momento di difficoltà per l'Unione. L'arrivo di migliaia di rifugiati dal Vicino Oriente ha diviso i Ventotto, inducendo molti governi a politiche prettamente nazionali e a rifiutare una strategia più comunitaria. Ancora ieri la Slovenia ha annunciato la costruzione di una barriera alla frontiera con la Croazia, mettendo ulteriormente a repentaglio la libera circolazione. Le divisioni europee indeboliscono l'Unione nel confronto internazionale.

Ciononostante, il premier italiano Matteo Renzi ha espresso ottimismo sugli esiti dell'incontro di ieri e oggi, che verrà seguito questo pomeriggio da un nuovo vertice informale dei Ventotto. «Io credo che sia un fatto positivo intanto che ci sia questo vertice perché sei mesi fa della questione Ue-Africa non parlava nessuno o quasi», ha detto alla stampa il presidente del Consiglio durante una pausa dei lavori qui a La Valletta. «Il bicchiere è molto più che mezzo pieno».

Sul fronte europeo, il vertice dei Ventotto questo pomeriggio (24 in realtà; quattro leader non vi saranno) servirà a fare il punto della situazione sull'adozione delle più recenti misure per meglio gestire l'arrivo di rifugiati. I leader verranno aggiornati sull'andamento dei negoziati con la Turchia in vista di un piano d'azione con il quale coordinare l'emergenza profughi. Infine, i paesi discuteranno delle recenti iniziative slovena e svedese. La Svezia, paese Schengen, ha appena reintrodotto controlli alla frontiera.

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