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L’Italia: no ad azioni militari prive di strategia per il dopo

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L’AGENDA DI RENZI

L’Italia: no ad azioni militari prive di strategia per il dopo

ANTALYA

È qui, a poche centinaia di chilometri dal confine della Siria, tra rifugiati in fuga dalle bombe e kamikaze, che Matteo Renzi è atteso questa mattina. Parteciperà al G-20 indetto dal presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, reduce da un grande successo elettorale che gli dà la forza per sollecitare ai Paesi più ricchi un contributo militare a una missione nella Siria settentrionale di almeno 10mila uomini. Una missione volta a sradicare le forze dell’Isis (e a cancellare, nello stesso tempo, ogni residua ambizione di autonomia da parte dei curdi) che, dopo l’attacco al cuore di Parigi, non sembra più essere un’ipotesi così remota.

La linea del Governo italiano sulle iniziative militari in questa regione resta, però, la stessa di sempre: nessun «bombardamento last minute» può avere senso, continua a ripetere il premier Matteo Renzi, nessuna azione militare spot priva di una strategia per il dopo può essere presa in considerazione. E anche un eventuale cambio delle regole di ingaggio dei nostri Tornado (impiegati finora solo in attività di supporto), preso in considerazione in una certa fase, sembra rientrato definitivamente in ossequio al principio che «non possiamo ripetere in Siria e Iraq gli errori fatto in Libia».

Renzi non sottovaluta i rischi che corre il nostro Paese con il Giubileo alle porte e con possibili minacce a molti luoghi di culto anche in città d’arte ma è convinto del fatto che «siamo un Paese forte che ha sconfitto terrorismo interno e mafia; vinceremo anche questa sfida». Dei tre punti all’ordine del giorno del G-20, ossia Siria, rifugiati e cambiamento climatico, i primi due rientrano sicuramente nel grande capitolo della lotta al terrorismo e fondamentalismo violento che dopo i fatti di Parigi diventerà il tema trasversale del vertice.

Ma non c’è solo la Turchia a guidare la lotta contro il terrorismo. Il governo italiano guarda con interesse anche al ruolo che sta giocando la Russia, protagonista dell’azione militare contro Daesh in Siria, ma formalmente ancora fuori dai tavoli internazionali per la questione Ucraina. Domani Renzi e Putin, in un colloquio bilaterale a margine del vertice, affronteranno le due questioni: terrorismo e Ucraina. Putin sa di avere nel Governo italiano (come in quello tedesco) un importante alleato nel negoziato con Bruxelles per l’allentamento delle sanzioni.

Insieme al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, Renzi prenderà parte al pranzo di lavoro su sviluppo e cambiamento climatico illustrando il rilancio della cooperazione allo sviluppo italiana (triplicati i fondi nella Legge di Stabilità). Renzi avrà anche modo di tracciare un bilancio, assieme ai partner, di Expo Milano, quale piattaforma dedicata al dialogo globale sui temi della nutrizione e della sostenibilità. La prima sessione di lavoro (sempre che l’agenda non venga rivoluzionata) dovrà essere dedicata ai temi della crescita globale: il premier potrebbe illustrare il percorso di riforme italiano e i dati sulla ripresa oltre alle nuove strategie di crescita e investimento. Un’attenzione particolare sarà poi dedicata ai temi del lavoro e delle opportunità occupazionali per le giovani generazioni e le categorie meno protette, anche in ragione delle tendenze demografiche .

La cena di lavoro di stasera potrebbe essere il momento più adatto per una riflessione a tutto campo sulla lotta al terrorismo e l’attualità di politica estera con al centro i temi della migrazione, della stabilità e sicurezza nel Mediterraneo anche alla luce dei risultati dell’ultimo vertice Ue-Africa della Valletta. Infine, domani il premier parteciperà a un pranzo di lavoro sui temi del commercio internazionale e dell’energia.

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