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Rischi per il turismo asiatico verso l'intera Europa

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dopo gli attentati di parigi

Rischi per il turismo asiatico verso l'intera Europa

TOKYO – Avevano prenotato un package tour a Parigi con le grandi agenzie di viaggio giapponesi. Ma JTB, Kinki e Nippon Ryoko li hanno informati all'ultimo momento: non si parte, i viaggi sono cancellati. A partire da sabato sono stati annullati, dopo gli attentati che hanno sconvolto la capitale francese. Probabilmente i tour riprenderanno settimana prossima, ma l'ondata di attentati in Francia rischia di scoraggiare il turismo asiatico verso l'intera Europa proprio alla vigilia del picco dei viaggi-vacanza di fine anno. Con effetti economici non limitati solo alla Francia. Tra l'altro, molti giapponesi hanno equivocato alla notizia che la Francia ha “chiuso le frontiere”, pensando che non fosse piu' possibile entrare nel Paese (si tratta invece della reintroduzione dei controlli di ingresso, con sospensione degli accordi di Schengen). Da destinazione “sicura”, insomma, l'Europa passa tra le mete considerabili potenzialmente pericolose.
Il governo giapponese ha immediatamente rafforzato le misure di sicurezza presso le sedi delle istituzioni francesi (una intera unita' antisommossa ha circondato l'Ambasciata a Tokyo), mentre sui social network sono apparse varie forme di solidarieta' alla Francia.
La reazione ufficiale e' stata anzitutto affidata al capo di Gabinetto Yoshihide Suga, che ha parlato di “forte shock” e “attacchi terroristici crudeli ed estremamente codardi”. Il primo ministro Shinzo Abe era gia' partito, in anticipo, per il G-20 in Turchia. Abe ha espresso “grande shock e indignazione” e aggiunto: “Il Giappone, in quanto nazione che con la Francia condivide gli stessi valori, e' a fianco del popolo francese in questa difficile circostanza e esprime la sua sincera solidarieta'”. “Il terrorismo - ha aggiunto - non deve mai essere tollerato per nessuna ragione e lo condanniamo con risolutezza. In stretta collaborazione con la Francia e la comunita' internazionale, il Giappone continuera' negli sforzi di prevenzione. E prenderemo misure antiterrorismo appropriate dentro il nostro Paese e per tutelare la sicurezza dei nostri cittadini all'estero”. Ad ogni modo, con l'emergenza terrorismo sara' piu' difficile per Abe, nei vertici in Turchia, far discutere e far prendere posizione agli altri leader - come e' suo obiettivo - sulla situazione marittima in Asia orientale, dove si rafforza la percezione che la Cina stia cercando di modificare lo status quo.
Gia' venerdi' Abe aveva incontrato il presidente Erdogan, al quale aveva sottolineato la volonta' del suo governo di contribuire a prevenire il terrorismo e di assistere i rifugiati. A settembre Abe aveva promesso stanziamenti per un totale di 1,5 miliardi di dollari per l'assistenza ai rifugiati da Siria ed Irak e per avviare il processo di ricostruzione. Il premier aveva pero' escluso che il Giappone accolga profughi sul suo territorio in deroga alle sue rigide normative sull'immigrazione. Il crescente rischio-terrorismo fa pensare che sia diventato ancora piu' improbabile che Tokyo allarghi le maglie dell'accoglienza diretta (fino ha accettato solo una singola famiglia di tre persone siriane). Abe ha anche colto l'occasione per dichiarare il supporto governativo ai piani di Mitsubishi Heavy per costruire una centrale nucleare sul Mar Nero e per un approfondimento delle relazioni economiche bilaterali attraverso la finalizzazione di un Free Trade Agreement. Abe e Erdogan hanno anche visto insieme l'anteprima di un film (“Kainan 1890”) sul naufragio a fine ‘800 di una nave turca al largo delle coste di Wakayama, che fece scattare una gara di solidarieta' tra la gente del luogo. E oggi fa da simbolo all'amicizia tra i due Paesi.

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