Mondo

Il muro della Macedonia spingerà i migranti sulla rotta adriatica?

  • Abbonati
  • Accedi
Chiusura della via balcanica

Il muro della Macedonia spingerà i migranti sulla rotta adriatica?

Non c’è pace per la piccola Grecia alle prese con l’ennesimo piano di austerità per ottenere la tranche di prestiti e con l’ondata di migranti provenienti dalle coste turche. A complicare la via di fuga dei 500mila migranti che sono transitati da inizio anno in terra greca c’è un nuovo ostacolo: la Macedonia (per la precisione la Fyrom, Former Yugoslav Republic of Macedonia come la definiscono puntigliosamente i greci per non confonderla con la loro regione omonima di confine) ha iniziato a costruire una barriera (l’ennesima dopo quella ungherese, slovena e austriaca) al suo confine con la Grecia, nel tentativo di ridurre il numero di migranti e rifugiati che intendono arrivare in Europa del nord attraverso il suo territorio e lungo la tristemente nota rotta balcanica.

La notizia è stata resa nota dal quotidiano greco Kathimerini, ma la decisione era nell’aria da tempo. L'ex repubblica jugoslava minaccia da giorni di erigere lo sbarramento, e il suo consiglio di sicurezza nazionale ha dato già il via libera all'operazione. Secondo Christos Gountenoudis, sindaco di Paionia, vicina al confine con la Macedonia, la costruzione della barriera - 1,5 km di rete sovrastata da filo spinato - è già in atto. «Le macchine sono al lavoro oltre il confine», ha detto al giornale greco.

Il progetto, che viene supervisionato dall'esercito macedone, prevede che la barriera segua il corso del fiume Axios. Migliaia di persone hanno attraversato il confine greco-macedone nelle ultime settimane. Solo mercoledì 18 novembre, circa 5mila persone si sono radunate nel villaggio greco di Idomeni, sul confine. Cosa accadrà ora? Il timore degli analisti è che i migranti possano dirigersi verso la cosiddetta “Rotta adriatica”, cioè tentare di raggiungere la Germania attraverso la costa adriatica passando dall’Albania, Montenegro, Croazia, Slovenia e Austria; oppure tentare di passare in Puglia per poi raggiungere il Brennero e attraverso l’Austria la Germania o la Svezia. In questo caso sarebbe allarme rosso per il governo di Roma già impegnato da mesi ad accogliere i migranti che fuggono dalle coste libiche.

Il Muro macedone sarebbe un problema in più anche per Atene perché molti migranti potrebbero decidere di restare provvisoriamente in Grecia in attesa della stagione climaticamente migliore per addentrarsi verso Nord. Un impegno di solidarietà insostenibile per un piccolo paese provato da sei anni di crisi economica, una riduzione del Pil del 25% con la disoccupazione al 27 % e quella giovanile al 60 per cento.

Basta migranti economici - C’è di più. I Paesi dei Balcani filtrano i migranti per nazionalità, vietando a quanti non arrivano da Paesi in conflitto di proseguire il loro viaggio verso l'Europa occidentale. E oggi sono centinaia i migranti in fila alla frontiera tra Grecia e Macedonia, stando a quanto riferito da giornalisti della France presse.

«Dal 18 novembre, le autorità serbe autorizzano l'ingresso nel Paese solo ai profughi provenienti da Afghanistan, Siria e Iraq», ha detto un portavoce del Alto commissario dell'Onu per i rifugiati (Unhcr), Melita Sunjic. Anche la vicina Macedonia filtra i migranti in arrivo dalla Grecia, elencando i Paesi i cui cittadini non possono passare, ossia Marocco, Sri Lanka, Sudan, Liberia, Congo e Pakistan, ha aggiunto Sunjic.

Secondo giornalisti della France presse, sono circa 2mila i migranti in attesa dal 19 novembre di passare dalla Grecia alla Macedonia. Da parte sua, il ministro serbo per gli Affari migratori, Aleksandar Vulin ha affermato che «i migranti economici» non possono più entrare nel Paese. Vulin ha sottolineato che la vicina Croazia, così come la Slovenia, Paesi che si trovano sulla rotta dei migranti, non intendono più accogliere alcuni migranti e la Serbia non vuole ritrovarsi queste persone bloccate nel proprio territorio. «Non consentiremo l'ingresso in Serbia a quanti non possono continuare il loro viaggio» attraverso la Croazia e la Slovenia, ha detto. «La Serbia è un Paese di transito e tale resterà», ha aggiunto.
A Zagabria un portavoce della polizia, Marina Mandic, ha detto che «la Croazia accetta solo migranti provenienti da zone di conflitto» e rifiuta il passaggio ai «migranti economici». Si tratta di una richiesta fatta dalla Slovenia alla Croazia, innescando così una reazione a catena.

© Riproduzione riservata