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Crimea senza elettricità dopo il crollo di due tralicci in Ucraina. La Russia accusa: «Terrorismo»

Nella notte fra sabato e domenica, dopo che due tralicci dell’alta tensione sono stati fatti saltare nella regione di Kherson, in Ucraina, è blackout nella penisola di Crimea, dove è stato anche dichiarato lo stato di emergenza.

La penisola, annessa alla Russia nel marzo 2014 dopo un controverso referendum, è rimasta quindi senza il flusso di elettricità proveniente dall'Ucraina, da cui dipende per il 70% del suo fabbisogno. Il capo dell'amministrazione locale, Serghei Aksyonov, ha dichiarato per lunedì una giornata festiva, ha ordinato che lampioni e illuminazioni stradali restino spenti e ha invitato la popolazione a non usare gli elettrodomestici.

Un senatore russo ha parlato di «atto di terrorismo» e ha accusato gli estremisti di destra ucraini di Pravy Sector (settore destro). Venerdì, infatti, erano già state danneggiate due delle quattro torri di trasmissione di energia elettrica di Kherson e in Crimea era scattata l'allerta per possibili blackout. Quando le squadre di pronto intervento avevano tentato di raggiungere le torri, erano state bloccate da militanti di estrema destra. Nella zona c'erano stati anche scontri tra polizia e i tartari di Crimea. Se fosse confermata la matrice nazionalista, si tratterebbe di un atto destinato a far risalire la tensione tra Kiev e Mosca.
Il ministero dell'Energia russo ha attivato una fornitura d'emergenza con l'avvio di generatori con turbine a gas ma nel pomeriggio un milione e mezzo di persone erano ancora senza elettricità, su un totale di due milioni. La fornitura è stata in parte ripristinata a Simferopoli, Yalta, Theodosia e Eupatoria, mentre ospedali e strutture di vitale importanza sono stati collegati ai generatori.

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