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Nasce la «Cee» del Sud-Est asiatico

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Nasce la «Cee» del Sud-Est asiatico

TOKYO - Ben 58 anni dopo la nascita della Comunità Economica Europea (Cee) - da cui sorse nel 1993 l'Unione Europea - nasce la Comunità Economica del Sud-est asiatico: i leader dei 10 Paesi dell'Asean (Associazione dei Paesi del Sud-Est Asiatico) hanno firmato oggi al vertice di Kuala Lumpur la dichiarazione costitutiva della Asean Economic Community (AEC).

Uno spazio economico comune finalizzato al libero movimento di merci, capitali e lavoratori specializzati in una regione che conta più di 600 milioni di persone (con un Pil complessivo di circa 2.600 miliardi di dollari) ed è caratterizzata da profonde diversita' politiche e culturali. Basti pensare che due dei Paesi sono ancora a guida del partito comunista (Vietnam e Laos), uno e' attualmente governato da una giunta militare (Thailandia), uno è in fase di transizione da dittatura militare a democrazia (Myanmar), mentre il Brunei è una monarchia quasi-patrimoniale, la Cambogia e' retta in modo autoritario e la democratica Indonesia rappresenta il piu' popoloso Paese musulmano del mondo. Gli altri membri sono l'”isola felice” Singapore, la Malaysia e le Filippine.
L'Aec decollera' formalmente il prossimo 31 dicembre, anche se varie misure di effettiva liberalizzazione economica devono ancora essere realizzate, specialmente in alcuni settori considerati “sensibili” in singole nazioni. E' stata firmata anche una “Kuala Lumpur Declaration on Asean 2025: Forging Ahead Together”, per delinearne la visione per il prossimo decennio.

Il supporto politico appare vasto in favore di una maggiore integrazione economica. Tuttavia, in un comunicato congiunto, l'Asean People's Forum e l'Asean Civil Society Conference hanno sottolineato il rischio che l'Aec vada a beneficio piu' degli interessi delle grandi aziende che delle popolazioni, con il rischio di un “aggravamento della poverta' e delle ineguaglianze”, anche tra singoli Paesi.

Tra le altre notizie di oggi da Kuala Lumpur spiccano le seguenti.

-La conclusione dei negoziati per una Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) –comprensiva dei 10 Paesi Asean, piu' altri sei (Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia, India e Nuova Zelanda) e' rinviata, rispetto all'ipotesi del raggiungimento di un accordo entro fine anno. Il che non stupisce, visto che la Rcep (che include la Cina ed esclude gli Usa) e' vista in qualche modo come rivale della Trans-Pacific Partnership a guida Usa, conclusa recentemente tra 12 Paesi.

-Il presidente americano Barack Obama da Kuala Lumpur ha riaffermato sia l'impegno a “distruggere” l'Isis in coalizione con altri Paesi sia a tutelare la liberta' di navigazione nel Mar Cinese Meridionale. Ma Pechino ha respinto l'appello a non continuare nelle attivita' di potenziale militarizzazione di piccole isolette contese. Su questo punto, dunque, le tensioni regionali crescono.
-E' emersa una vera e propria “concorrenza” tra Cina e Giappone nei finanziamenti alle infrastrutture regionali. Pechino ha promesso altri 10 miliardi di dollari, mentre il premier giapponese Shinzo Abe ha annunciato che Tokyo rendera' piu' facile e veloce la concessione di prestiti agevolati in yen.

-E7 stata firmato dai Paesi Asean un patto contro il traffico di essere umani, in particolare donne e bambini: “Asean Convention against Trafficking in Persons, expecially women and children”

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