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Piano salva-banche, alla fine arriva l’ok della Commissione Ue

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LE REAZIONI

Piano salva-banche, alla fine arriva l’ok della Commissione Ue

  • –dal nostro corrispondente

BRUXELLES - L'operazione bancaria annunciata questa sera dal Consiglio dei ministri a Roma - e che coinvolge gli istituti di credito Banca delle Marche, Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara e Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti - ha ricevuto il benestare della Commissione europea, alla luce delle regole sugli aiuti di Stato. In un comunicato, Bruxelles ha spiegato che la soluzione ideata dal governo italiano limita «le distorsioni alla concorrenza».

Il via libera della Commissione «permette la risoluzione ordinata di quattro banche in un modo da minimizzare l'uso di fondi pubblici e una eventuale distorsione della concorrenza», ha spiegato questa sera in un comunicato qui a Bruxelles la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager. «È cruciale che siano gli azionisti e gli obbligazionisti junior, piuttosto che i contribuenti, ad assumersi i costi e le perdite dei fallimenti bancari. Accolgo con favore l'uso da parte dell'Italia del Fondo di risoluzione».

L'operazione prevede la nascita di un asset management vehicle (o bad bank) nella quale verranno trasferiti gli attivi di cattiva qualità. Nel contempo, verranno create quattro banche-ponte, dotati degli attivi di buona qualità. L'operazione costerà 3,6 miliardi di euro, e verrà finanziata dal nuovo Fondo di risoluzione che gode di finanziamenti provenienti dallo stesso settore finanziario italiano. Poiché il fondo è nato solo nei giorni scorsi, il denaro per ora proverrà da un prestito interbancario.

Secondo il piano del ministero dell'Economia, l'operazione di salvataggio bancario peserà sugli azionisti, gli obbligazionisti junior e i depositanti con più di 100mila euro. Invece, gli altri depositanti, i correntisti e gli obbligazionisti ordinari non subiranno perdite. L'operazione è stata negoziata in queste settimane con la Commissione europea, che si è opposta ad altre possibili soluzioni. A un certo punto, il governo avrebbe voluto finanziare il piano con il Fondo interbancario di tutela dei depositi.

Bruxelles ha criticato questa ipotesi per paura che nascondesse illegittimi aiuti di Stato. Dal canto suo, il governo italiano ha voluto porre rimedio alla situazione critica delle quattro banche velocemente per evitare di utilizzare dall'anno prossimo in poi le nuove regole creditizie europee. Queste norme prevedono tra le altre cose perdite per le obbligazioni vendute al dettaglio, una eventualità che agli occhi del governo avrebbe messo in forse una fonte cruciale di finanziamento delle banche.

Le quattro banche coinvolte dalla vicenda rappresentano insieme circa l'1% del mercato bancario italiano, con depositi totali per 19,5 miliardi di euro. Nel campo della concorrenza, l'esecutivo comunitario ha pieni poteri per fare rispettare le leggi comunitarie. Dopo la crisi finanziaria del 2008, le regole sugli aiuti di Stato furono allentate. Oggi sono tornate a essere più restrittive. Peraltro, nel settore finanziario, i Ventotto vogliono che ormai il salvataggio pubblico sia l'eccezione, non più la norma.

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