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il vertice a washington

Obama: Ankara ha il diritto di difendere il suo territorio. Hollande: è urgente chiudere confine tra Turchia e Siria

«Come tutti i Paesi la Turchia ha il diritto di difendere il suo territorio» ma non ho ancora le informazioni necessarie per commentare. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama in una conferenza stampa congiunta dalla Casa Bianca con il presidente francese, François Hollande, rispondendo alla domanda di un giornalista che chiedeva un commento sul jet russo abbattuto questa mattina dall'esercito turco. Obama ha anche esortato Russia e Turchia a evitare una escalation rispondendo a domande sul jet abbattuto. Rispetto al ruolo della Russia in Siria, Obama ha poi ribadito che Mosca è benvenuta se il suo obiettivo è la lotta all'Isis.
Il presidente francese, Francois Hollande, nel corso della conferenza ha invece affermato che è urgente chiudere il confine tra Turchia e Siria.

di Mario Platero
NEW YORK - L’incidente di questa mattina, l’abbattimento di un caccia russo da parte della contraerea turca, rende ancora più importante e delicato il vertice di questo pomeriggio fra Barack Obama e il Presidente francese François Hollande. Al centro del vertice due temi centrali, il coordinamento contro terroristi che possono minacciarci con facilità in casa e l’alleanza per distruggere Isis, il primo passo per contenere il terrorismo e per avviare il processo di Vienna che dovrebbe restituire stabilità a Damasco.

Ora però il vertice è avvenuto in un momento di emergenza, con un nuovo livello di tensione, questa volta fra Nato e Russia, per la prima volta davanti alla minaccia di un confronto a fuoco. La Turchia infatti è membro della Nato e non è chiaro come la Russia risponderà all’abbattimento del suo aereo, di certo da Mosca si afferma che l'abbattimento è illegale in quanto gli aerei russi non hanno mai violato lo spazio aereo turco. I turchi dicono invece che gli aerei sono entrati nello spazio aereo turco, che due F16 si sono levati in volo per avvertire i due aerei e che nel giro di cinque minuti ci sono stati almeno 10 richieste di lasciare lo spazio aereo. Poi la decisione di abbattere l’aereo russo con la contraerea. I piloti dovrebbero essere salvi e uno di loro dovrebbe essere stato catturato da una tribù turcomanna.

Questo il contesto di cronaca che fa da cornice a una situazione militare e diplomatica delicatissima: i russi attaccano i ribelli ostili al regime di Bashar Assad per proteggere il governo di Damasco. I turchi sono invece schierati contro Assad, vorrebbero proteggere i ribelli e chiedono che la Russia attacchi Isis, il Califfato da cui originano gli attacchi terroristici anche in Europa. L’America con la Francia e un’alleanza di 64 Paesi attacca invece Isis e sta preparando un’operazione militare per la presa di Raqqa, impresa che dovrebbe essere guidata da truppe sunnite oltre che curde. La Turchia vede con sospetto il coinvolgimento dei curdi in operazioni militari in quanto ritiene che il movimento indipendentista possa rafforzarsi a danno dell’integrità territoriale turca. Per questo l’America ha deciso di coinvolgere i sunniti: per Washington occorre tenere l’alleanza unita e rispondere alle esigenze di tutti che, come abbiamo visto sono contrastanti.

È in questa situazione, in movimento, delicatissima e come abbiamo visto esplosiva che Hollande e Obama si sono incontrati. Hollande vuole convincere Barack Obama a includere la Russia nell’alleanza dei 64 paesi e subito dopo l’incontro a Washington si recherà a Mosca per un vertice con Vladimir Putin. Putin e Hollande avevano deciso di coordinare alcune operazioni militari in Siria dopo l’attacco terroristico dell’Isis a Parigi. La Francia era dunque la cerniera per formalizzare una missione comune, alla quale la Russia poteva essere interessata per rafforzare la sua legittimità internazionale sia sul piano militare che su quello diplomatico. E l’America, soprattutto dopo gli accordi di Vienna che prevedevano un percorso per la transizione in Siria, chiedeva che Mosca attaccasse soltanto le forze del Califfato.

Lo sviluppo di questa mattina rimette tutto in discussione. L’obiettivo centrale deve essere quello di mantenere prima di tutto nervi saldi. Al di là delle dinamiche che hanno portato all’attacco dei turchi contro l’aereo russo, resta l’obiettivo comune - e centrale - di distruggere il Califfato, di impedire che le forze dell’Isis possano essere in grado di organizzare con facilità altri attacchi nel cuore dell’Europa. Dai confini fra Turchia e Siria dunque i riflettori passano sulla Capitale americana. E subito dopo su Mosca: chissà che l’incidente di questa mattina non possa convincere che procedere in ordine sparso e con obiettivi diversi potrà rafforzare l’Isis invece di indebolirla.

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