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Papa a Nairobi: violenza e terrorismo alimentati dalla povertà

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al via il viaggio in africa del pontefice

Papa a Nairobi: violenza e terrorismo alimentati dalla povertà

«La violenza, il conflitto e il terrorismo si alimentano con la paura, la sfiducia e la disperazione, che nascono dalla povertà e dalla frustrazione». Lo ha denunciato Papa Francesco nel discorso pronunciato alla State House di Nairobi, dove ha avuto luogo la cerimonia di benvenuto e il successivo incontro con le autorità del Paese e il Corpo Diplomatico. Secondo Francesco, «la lotta contro questi nemici della pace e della prosperità dev'essere portata avanti da uomini e donne che, senza paura, credono nei grandi valori spirituali e politici che hanno ispirato la nascita della Nazione e ne danno coerente testimonianza».

Papa Francesco a Nairobi, inizia il viaggio in Africa
Papa Francesco è stato accolto all'aeroporto internazionale di Nairobi dal presidente Uhuru Kenyatta, da John Njue, cardinale arcivescovo di Nairobi, affiancato dagli altri vescovi kenyoti, sotto l'attenta sorveglianza degli uomini della sicurezza del Vaticano e del Kenya. È stato salutato da una piccola folla di fedeli sullo sfondo di canti e balli tradizionali.

Oggi stesso si recherà al palazzo presidenziale per incontrare il presidente, le autorità del Kenya e il corpo diplomatico. Poi andrà alla nunziatura apostolica di Nairobi dove pernotterà. Questa mattina il Pontefice era partito alle otto con il volo Alitalia che lo ha portato per la prima volta in Africa. Bergoglio visiterà a partire da oggi fino a lunedì Kenya, Uganda e Repubblica centrafricana. Quello in Africa è l’undicesimo viaggio internazionale di Francesco.

Niente auto blindate: girerà sulla papamobile
Niente auto blindate, niente giubbotti antiproiettile, anche se Papa Francesco in Africa compie il suo viaggio più difficile e più pericoloso. Sei giorni tra Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana, all'insegna della «riconciliazione» e di «pace e perdono», dove Francesco non vuole rinunciare al contatto con il popolo, con i più bisognosi. Nonostante gli avvertimenti di possibili attentati, il Papa girerà in papamobile scoperta. La macchina organizzativa per la sicurezza nei tre Paesi può contare su 25mila agenti di polizia, la maggior parte di loro appartenenti a unità paramilitari, e 3mila caschi blu. La prima tappa del viaggio è il Kenia, Paese dove sono avvenuti alcuni dei più sanguinosi attacchi degli ultimi anni da parte dei jihadisti di al-Shabaab. A Nairobi il governo ha dispiegato 10 mila poliziotti supportati da altri 10 mila volontari del Servizio nazionale della Gioventù. Saranno inoltre chiuse al traffico le vie principali della città.

Preoccupa la tappa nella Repubblica Centrafricana
Anche l'Uganda ha reso noto che la sicurezza del Pontefice sarà garantita dalla presenza di circa 10 mila agenti. Ma a preoccupare di più, è la tappa nella Repubblica Centrafricana, a Bangui, per l'apertura in anticipo, rispetto all'8 dicembre, dell'apertura della Porta Santa per il Giubileo. Una tappa questa, fortemente voluta da Papa Francesco che ha respinto ogni avvertimento di possibili attentati. Qui la sua sicurezza è nelle mani di 3 mila caschi blu, circa un migliaio di soldati provenienti da diversi contingenti internazionali e 500 poliziotti locali.

Papa a Mattarella, prego per il bene dell’Italia
Il Papa, come è tradizione per ogni viaggio internazionale del pontificato, ha inviato un messaggio al presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. «Nel momento in cui mi accingo a compiere un viaggio apostolico in Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana, mosso dal vivo desiderio di incontrare i fratelli nella fede e gli abitanti di quelle care nazioni - si legge nel telegramma - mi è gradito rivolgere a lei, signor presidente, l’espressione del mio deferente saluto che accompagno con fervide preghiere per il bene e la prosperità dell’intero popolo italiano». Il capo dello Stato ha ringraziato Papa Francesco. «L’Italia e la comunità internazionale guardano con grande attenzione al suo primo viaggio nel continente africano, il cui potenziale di crescita e sviluppo è tuttora ostacolato da guerre, instabilità politica, povertà e allarmanti disuguaglianze sociali. La sua presenza sarà di sostegno e incoraggiamento alle locali comunità cristiane e recherà un importante segnale di pace, fraternità e dialogo ai Paesi visitati e all’intero continente, fornendo altresì un prezioso messaggio di speranza per il futuro».

Padre Lombardi: il Papa vuole portare un messaggio di pace
Come ha spiegato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, Papa Francesco vuole «portare un messaggio di pace e riconciliazione» a un Paese marcato da molte «violenze». Giovedì 26 Francesco alle 8.15 (le 6.15 a Roma) ha un primo incontro interreligioso ed ecumenico nella nunziatura, celebra messa nel Campus dell’Università di Nairobi in un’area che, tra il Campus stesso e due parchi vicini, può ospitare fino a un milione di persone. Alle 13.45 ora italiana il pontefice incontra clero, religiosi e seminaristi nel campo sportivo della St Mary’s School e subito dopo visita le sede keniota delle Nazioni Unite, dove hanno sede due agenzie dell’Onu, Unep (ambiente) e Un Habitat e dove il Papa, a partire dalla sua recente enciclica Laudato sì, pronuncerà in spagnolo un discorso ampio e articolato.

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