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Jin Liqun (Aiib): «Useremo lo yuan nelle operazioni della…

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dopo l’operazione del fmi

Jin Liqun (Aiib): «Useremo lo yuan nelle operazioni della banca, se i nostri soci ce lo chiederanno»

«E adesso che lo yuan è nel basket dell'Fmi userete lo yuan nelle vostre operazioni?». Jin Liqun, presidente designato dell'Aiib, la banca multilaterale di svilluppo lanciata da Pechino, è spumeggiante. Davanti alla platea delle imprese europee in Cina, l'associazione guidata da Jeorg Wuttke, Jin Liqun non esita a spiegare cosa bolle in pentola: «Useremo il dollaro, ma non escludiamo l'uso del renminbi nel caso in cui i soci della banca ce lo chiedano, siamo arrivati a 57 e altri sono in coda per entrare».

La Cina ha costituito l'Asia Infrastructure Investment Bank quest'anno; l'Italia vi ha aderito ed è nel 30% dei soci non asiatici, anche come leva per rafforzare il ruolo della moneta di Pechino. Ha 100 miliardi di dollari di capitale autorizzato. «Ci si aspetta di prestare 10-15 miliardi di dollari all'anno per i primi cinque o sei anni, la banca inizierà ad attivare le operazioni a partire dal secondo trimestre del 2016 – dice - Jin Liqun. Non è la banca del governo di Pechino, non è la banca di questo o quello. Ma di chi l'ha fondata. Impareremo dagli errori degli altri. Le prime operazioni tuttavia potrebbero essere co-finanziate da World bank e da Asian development bank, il che ci aiuterebbe a tenere sotto controllo i rischi, diversificando».

Infine, aggiunge: «Non approfitteremo, non brigheremo per un potere di veto al quale non aspiriamo affatto. Ho intenzione invece di creare un sistema di autocontrollo interno per evitare la corruzione, anche quella strisciante. Mia nonna oggi ha 108 anni, usava dirmi “non importa quanto guadagnerai, l'importante è che non metti nella tasca privata i soldi di quella pubblica”. A quei tempi eravamo poveri».

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