Nel 2014, in base ai dati del Servizio federale delle dogane russe citati dal quotidiano Kommersant, l'interscambio tra Russia e Turchia era diminuito del 4,9% rispetto all'anno precedente, a 31,1 miliardi di dollari. Predominante il valore delle esportazioni russe: 25,5 miliardi, a fronte di importazioni per 6,7 miliardi. Quest'anno, tra gennaio e luglio gli scambi sono diminuiti addirittura del 21,6% sullo stesso periodo dell'anno precedente, a 14,4 miliardi. Tra i partner commerciali della Russia nel 2014 la Turchia era comunque salita al sesto posto, due “gradini” in più rispetto al 2013. A sua volta, la Russia era al primo posto per le importazioni in Turchia, e il sesto Paese destinatario delle esportazioni turche. Nelle intenzioni di Vladimir Putin e Recep Tayyep Erdogan, i due presidenti che si erano incontrati nel settembre scorso, la partnership tra i due Paesi avrebbe dovuto approfittare dei vuoti lasciati nel mercato russo dalle sanzioni internazionali, a cui Ankara non aveva aderito.
Nella struttura delle esportazioni russe in Turchia, naturalmente, predominano i combustibili minerali, petrolio e derivati del petrolio (64,1%). Dopo la Germania, la Turchia è il secondo mercato per il gas naturale russo (nel 2014 export pari a 27,4 miliardi di metri cubi). E la Turchia riceve dalla Russia il 60% del proprio fabbisogno di gas. I metalli e i prodotti dalla loro lavorazione riguardano il 19,3% dell'export russo, l'agroalimentare il 9,7%. Il 4,7% riguarda l'industria chimica, l'1,2% legname e cellulosa. Le principali voci dell'import russo dalla Turchia riguardano macchinari e attrezzature (30,8%), prodotti alimentari (26,5), industria tessile, abbigliamento e calzature (16,3), prodotti chimici (11,1%).
Per quanto riguarda gli investimenti diretti russi in Turchia, nel 2014 hanno raggiunto un valore di 5,3 miliardi di dollari, in calo del 7%. Gli investimenti turchi in Russia invece erano cresciuti del 35%, a 759 milioni.
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