Mondo

Erdogan ribalta le accuse: sono i russi a contrabbandare il petrolio…

  • Abbonati
  • Accedi
tensione alle stelle

Erdogan ribalta le accuse: sono i russi a contrabbandare il petrolio dell’Isis

Il presidente turco Erdogan (Epa)
Il presidente turco Erdogan (Epa)

Dopo le pesanti accuse russe sul ruolo ambiguo di Ankara, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato di avere «prove» del coinvolgimento della Russia nel contrabbando di petrolio dell'Isis in Siria. «Abbiamo le prove, le riveleremo al mondo», ha detto nel corso di un discorso dinanzi a sindacalisti ad Ankara ribaltando le accuse di Mosca. Il leader turco ha citato un nome già circolato nei giorni scorsi, un uomo d'affari siriano, George Haswani, «titolare di un passaporto russo». Purtroppo non ha aggiunto molto di più e quindi bisognerà attendere una nuova puntata di questo scontro di reciproche accuse su chi commercia nell’ombra con il Califfato.

Insomma Erdogan, che aveva detto di essere pronto a dimettersi se ci fossero state prove del suo coinvolgimento nei traffici con l’Isis, ha liquidato come «immorali», cioè false, le accuse di coinvolgimento in un presunto traffico clandestino di petrolio con lo Stato Islamico, rivolte dalle autorità di Mosca alla propria famiglia e soprattutto al suo genero Berat Albayrak, attuale ministro dell’Energia e in precedenza al vertice della Calik holding, una potente società del settore energetico.

Poi Erdogan ha rincarato la dose. «La Russia ha l'obbligo di dimostrare la fondatezza di simili asserzioni», ha avvertito il presidente turco durante un incontro con un gruppo di sindacalisti ad Ankara, trasmesso in diretta dalla televisione nazionale. «L'aspetto immorale della questione», ha aggiunto, alludendo alla crisi in atto con il Cremlino, «è pretendere di tirare la mia famiglia dentro a una faccenda del genere».

Ieri era stato il vice ministro della Difesa russo, Anatoly Antonov, quindi ai massimi livelli della dirigenza russa, a sostenere che Erdogan e i suoi congiunti acquisterebbero sotto banco petrolio contrabbandato dall'Isis.
Anche il governo turco è sceso in campo. L'accusa che la Turchia compri petrolio dall'Isis, su cui insiste Mosca, non è altro che «propaganda sovietica»: così il premier turco Ahmet Davutoglu ha liquidato le perduranti accuse di Mosca. «Durante la Guerra Fredda c'era una macchina della propoganda sovietica, produceva ogni giorno diverse bugie. Prima ci credono loro, poi si attendono che il mondo li segua. Erano chiamate le bugie della Pravda», ha detto Davutoglu.
Con l'occasione Davutoglu ha anche reagito alle perplessità dell'amministrazione americana sui `varchi´ che permangono lungo i circa 100km di confine con la Siria, nel tratto di territorio controllato dall'Isis: il premier ha detto che la Turchia sta facendo tutto il possibile, sta poggiando «barriere fisiche» su quel tratto di confine e che la Turchia lavora con gli alleati della coalizione, per «rimuovere il Daesh» dalla frontiera.


Ankara concede spazio aereo alla Francia
Nel frattempo Ankara si muove su più fronti. Il governo turco ha garantito alla Francia l'uso del proprio spazio aereo per portare avanti le proprie operazioni nella lotta al califfato. A riportare la notizia il quotidiano `Hurriyet´, che cita fonti diplomatiche secondo le quali Ankara avrebbe dato il proprio benestare, nel rispetto dei principi stabiliti all'interno della coalizione anti Isis.
La Francia aveva chiesto sostegno alla Turchia e all'Ue, dopo aver intensificato il volume di operazioni in Siria, all'indomani degli attentati di Parigi dello scorso 13 novembre.
Intanto il ministro della difesa tedesco, Ursula von der Leyen, è arrivata in Turchia quest'oggi per incontrare il proprio omologo turco Ismet Yilmaz.
La visita arriva a 2 giorni di distanza dall'approvazione da parte del governo di Angela Merkel, rispetto all'invio di 6 aerei Tornado da ricognizione, un velivolo da rifornimento, una fregata e 1200 soldati.

Germania e Turchia, sempre in base a quanto rivela Hurriyet, sarebbero in questo momento al lavoro per trovare un'intesa in ambito anti Isis, fuori dal contesto Nato.
Sul tavolo vi sarebbe anche l'utilizzo della base aerea turca di Incirlik, situata vicino il confine siriano e già in uso all'aeronautica americana. Se si dovesse trovare un accordo, i primi 2 Tornado tedeschi verrebbero immediatamente mandati a Incirlik, mentre la fregata raggiungerebbe la portaerei Charles de Gaulle in funzione di protezione e sostegno.
Dei 1200 uomini che la Germania impiegherebbe nella lotta all'Isis, 550 verrebbero mandati subito in Turchia, ma la stessa fonte diplomatica specifica che non si tratterebbe di soldati, bensì di personale tecnico, piloti e meccanici e ingegneri addetti alla manutenzione dei mezzi da guerra. I restanti 650 invece si unirebbero ai soldati francesi per combattere il califfato.

© Riproduzione riservata