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Strage al centro disabili in California: 14 morti. Uccisi i due killer

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Strage al centro disabili in California: 14 morti. Uccisi i due killer

San Bernardino (Reuters)
San Bernardino (Reuters)

NEW YORK - La caccia agli attentatori che hanno massacrato 14 persone ferendone altre 17 nell'auditorio del centro per disabili di San Bernardino si è conclusa ieri sera in una battaglia campale: bloccati e accerchiati nel fuoristrada nero con il quale erano fuggiti su una strada residenziale, a breve distanza dal luogo del loro assalto, hanno ingaggiato un violento scontro fuoco con le forze dell'ordine.

Nella pioggia di centinaia di proiettili che ha fatto barricare in casa i residenti, due assalitori, un uomo e una donna, sono stati uccisi, mentre un agente di polizia è rimasto leggermente ferito. L'uomo è stato identificato da fonti della polizia come Syed Farook, un cittadino americano di 30 anni e dipendente del Dipartimento di salute pubblica della contea locale. Una terza persona forse collegata alla sparatoria è in stato di fermo. Lo scontro è avvenuto dopo che gli agenti avevano identificato l'abitazione dove uno degli assalitori viveva nel quartiere di Redlands. Quando un'auto nera si è avvicinata all'indirizzo e ha poi ripreso velocità è partito l'inseguimento che ha portato alla resa dei conti finale.

Le autorità, che hanno perquisito a fondo l'abitazione, sono ora impegnate a far luce sui moventi dell'eccidio, il più grave avvenuto negli ultimi tre anni, dalle 26 vittime, 20 bambini e sei insegnanti, uccise nella scuola elementare Sandy Hood di Newtown in Connecticut nel 2012. Al momento, però, si è chiarita soprattutto la dinamica: gli aggressori, fino a tre persone, hanno fatto irruzione nel centro armati di fucili d'assalto e indossando tute mimetiche, con il volto coperto e giubbotti anti-proiettile come se fossero “in missione”. L'auditorium del centro disabili ieri mattina era particolarmente affollato perché era stato in realtà affittato dai dipendenti della contea per la consueta festa di fine anno.

Le ricostruzioni si sono progressivamente arricchite di dettagli dopo la confusione e lo shock iniziali. Farook sarebbe stato presente alla festa e protagonista di un litigio; si sarebbe poi allontanato improvvisamente per tornare con uno o due altri individui armati. Una versione alternativa indica che il litigio sarebbe avvenuto fra altre persone, mentre Farook avrebbe lasciato la festa con atteggiamento nervoso venti minuti prima dell'eccidio. È stato descritto come un silenzioso ispettore sanitario, ma il Dipartimento negli ultimi tempi era stato al centro di tensioni interne che fanno ipotizzare anche motivi di rivalsa. Ma altre tesi non mancano. «Un atto di terrorismo domestico» lo ha definito, qualunque le motivazioni che verranno accertate, il capo della polizia locale citando i preparativi evidentemente messi in atto dagli assassini e il rinvenimento anche di potenziali ordigni esplosivi rudimentali. L'Fbi si è da parte sua limitato a far sapere di non potersi ancora esprimere su una eventuale matrice terroristica.

Farook, secondo la stampa americana, è stato descritto dal padre come musulmano e fortemente religioso. Numerose associazioni islamiche della California, tra cui il Council on American Islamic Relations, hanno immediatamente condannato l'atto di violenza e invitato a non implicare la comunità. Il cognato di Farook ha espresso il suo shock, il suo dolore e la solidarietà alle vittime, indicando di aver parlato una settimana fa con Syed senza percepire alcun segno della incombente tragedia.

«Gli sparatori sono entrati e hanno immediatamente aperto il fuoco per alcuni minuti», ha dichiarato il portavoce della polizia locale Vicky Cervantes nel descrivere gli eventi. Gli attentatori avrebbero più volte ricaricato le armi per sparare sulla folla.
Polizia, Fbi, vigili del fuoco e ambulanze erano accorsi poco dopo le 11 del mattino ora locale in risposta ai primi allarmi su una sparatoria con numerose vittime presso la sede dell'Inland Regional Center, non profit che dagli anni Settanta dà lavoro nell'area a oltre 600 persone e ne assiste oltre 30.000. Per le vittime un pronto soccorso è stato rapidamente allestito in strada, su Waterman Avenue nei pressi del centro colpito. I feriti sono stati poi trasportati al Loma Linda University Medical Center. Gli agenti hanno scortato in salvo numerose persone che erano rimaste bloccate negli edifici dalla sparatoria, trasferendole in un vicino campo da golf. Ma i poliziotti si sono trovati davanti anche a stanze descritte come piene di cadaveri.

La comunità, lo stato, e il Paese sono venuti a sapere inizialmente del massacro attraverso un messaggio twitter dei vigili del fuoco locali. Nel giro di pochi muniti, si sono susseguite le testimonianze dirette della tragedia attraverso gli smartphone. Una ragazza che lavora nel centro ha scritto messaggi al padre, che si era precipitato sul luogo. «Papà, qualcuno sta sparando dentro il nostro edificio - ha scritto - Io mi sono nascosta in un armadio a muro». E poi: «Ho paura». Un'altra ragazza ha scritto, semplicemente: «Sparatoria sul mio posto di lavoro. Persone colpite. Siamo in ufficio in attesa della polizia. Pregate per noi».
Il presidente Barack Obama, davanti alla tragedia, ha lanciato un nuovo appello a favore di maggiori controlli sulla compravendita e il possesso di armi, finora sempre bocciati dal Congresso nonostante il ripetersi degli eccidi. «Abbiamo una spirale di massacri in questo paese che non ha paralleli nel resto del mondo», ha denunciato Obama durante una intervista con la rete televisiva Cbs subito dopo l'eccidio di San Bernardino. «Esistono misure di buon senso sul controllo delle armi che possiamo prendere».

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