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Asse Usa-Russia contro i fondi all’Isis

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la guerra alla jihad

Asse Usa-Russia contro i fondi all’Isis

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Una risoluzione per colpire le fonti di finanziamento dell’Isis. Potrebbe approvarlo il Consiglio di sicurezza dell’Onu il 17 dicembre: l’Amministrazione Usa, che ricopre la presidenza di turno dell’organismo, sta trattando con il governo russo per definire di una bozza comune.

La falsariga è quella della risoluzione contro al-Qaeda, varata nel ’99, e va molto al di là del documento proposto dal governo di Mosca e approvato a febbraio contro la compravendita di reperti archeologici e di petrolio, ampiamente disattesa. Soprattutto, l’approvazione della risoluzione segnerebbe un passo avanti nella collaborazione tra Stati Uniti e Russia, divise sia dalla questione ucraina sia dai diversi interessi nell’area mediorientale.

La nuova risoluzione sarà il frutto di un’iniziativa di Jacob Lew, il segretario al Tesoro Usa che personalmente presiederà la riunione del 17. Interrompere le fonti di finanziamento di Daesh, ha spiegato Lew in un comunicato, è un fattore «critico per una lotta efficace contro questo violento gruppo terroristico». L’amministrazione Usa avrebbe l’intenzione - secondo l’ambasciatore di Washington - di irrigidire le sanzioni verso chi finanzia l’Isis. Secondo altre fonti, la riunione del 17 avrebbe lo scopo di stabilire una maggiore collaborazione tra i servizi di spionaggio e di fare pressione su alcuni governi perché perseguano i sospetti finanziatori e creino nei loro sistemi finanziari un ambiente ostile per coloro che vogliono sostenere l’Isis.

Il Governo russo chiederebbe però qualcosa in più: la sua bozza di risoluzione, ha rivelato l’ambasciatore di Mosca Vitaly I. Churkin, prevede che al segretario dell’Onu e al suo ufficio sia attribuito il compito di individuare e denunciare pubblicamente i governi che violeranno le norme internazionali. L’Onu ha già predisposto liste di governi e organizzazioni che finanziano l’Isis, ma è difficile applicare le sanzioni. Sono anche noti i nomi di ricchi sostenitori dell’area del Golfo, ma non è stato possibile perseguirli.

Al centro dei colloqui tra i governi di Washington e Mosca non c’è però solo l’Isis. L’esecutivo russo vorrebbe inserire nel documento una norma che, di fatto, agirebbe a vantaggio del governo della Siria: ogni sforzo contro Daesh dovrebbe essere compiuto, secondo la proposta, con l’autorizzazione degli stati nei quali si agisce. Difficile che l’Amministrazione Usa accetti questa regola che le imporrebbe di trattare con il presidente siriano Bashar al-Assad. Il compito di interrompere le fonti di finanziamento dell’Isis è in ogni caso difficile: alla più tradizionale finanza araba, alla vendita di petrolio e di reperti archeologici, si affiancano le imposte sui suoi sudditi. Si calcola che l’organizzazione possa raccogliere più di un miliardo di dollari l’anno.

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