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E' un manga autobiografico il capolavoro di Igort

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PIANETA GIAPPONE

E' un manga autobiografico il capolavoro di Igort

TOKYO - Una gloria del fumetto come Igort ha una lunga storia d'amore e di professione con il Giappone. L'idea dell'Istituto Italiano di Cultura di Tokyo e' stata quella di non limitarsi a introdurre la sua ultima opera appena pubblicata, “Quaderni giapponesi”, ma di presentarla in tandem con i manga di argomento veneziano dell'amico Jiro Taniguchi, altro disegnatore di fama mondiale. Igort lo conosce dagli anni Novanta, quando gia' collaboravano alle stesse riviste (in Giappone e altrove).

La mostra “Uomini che camminano” mette a confronto un fumettista italiano che guarda a Oriente con un mangaka giapponese che interpreta a suo modo l'Occidente, dando l'opportunita di esaminare il percorso compiuto da due grandi artisti dell'immagine. Da oltre vent'anni Igort pubblica regolarmente in Giappone, dove ideo' la serie “Amore”, ambientata in Sicilia, e “Yuri” per la casa editrice Kodansha. Passo' un periodo della sua vita a Tokyo, tra l'altro partecipando a edizioni speciali delle prestigiose Magazine House Tokyo, Hon Hon Do e altre. Storica la sua collaborazione con il musicista Ryuichi Sakamoto, con cui scrisse una storia a 4 mani.

“La difficolta' iniziale nel lavorare nel mondo del manga – rievoca Igort – era che in realta' il linguaggio del manga non e' il linguaggio tipico del fumetto. Per un occidentale, capire la scansione narrativa dei manga equivaleva a imparare una lingua straniera. Si pensa – e soprattutto si pensava prima - che per una scena per cui noi impieghiamo una pagina i giapponesi ne impiegano quattro, come in un rallenti. Ma il manga e' qualcosa di molto piu' complesso, che si basa su una lettura molto veloce. Quindi c'e un linguaggio visivo che si sviluppa. E gli sceneggiatori finiscono per avere un ruolo relativamente meno importante”.

“Forse il segreto del successo internazionale dei manga e dei cartoni animati giapponesi – continua Igort - e' che parlano con quello che chiamano ‘kokoro', un cuore spirituale: arrivare a raccontare storie universali nelle quali chiunque puo' identificarsi. Questa e' una grande lezione anche per il nostro tipo di racconto, che si e' evoluto in maniera molto intellettuale. Loro riportano il focus del racconto al centro, ai sentimenti. Le storie sono estremamente emotive”. “Negli anni ‘90 ricordo che ricevevo moltissime cartoline, che dicevano ad esempio Forza Yuri. Facevano il tifo per i personaggi in maniera molto diretta e coinvolta, emotiva. Questo mi ha insegnato a pensare al racconto in maniera aperta, anche semplice. La semplicita' in fondo e' la cosa piu' difficile da raggiungere”.
Se pure Igort si e' cimentato anche con la piu' cruda realta' contemporanea (ad esempio con i “Quaderni ucraini”), sono gia' in tanti a pensare che i “Quaderni giapponesi” siano il suo capolavoro, con il loro afflato autobiografico che fa da guida alla scoperta della cultura e dell'anima nipponica.

“I Quaderni Giapponesi sono un documentario e un canto d'amore per la cultura giapponese in generale – conclude Igort - Portando alle stampe questo libro, ho capito che non ho finito. Sono qui a Tokyo a raccogliere altre sensazioni e immagini. Ci saranno altri sviluppi”.

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