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A Roma i «Dialoghi del Mediterraneo»

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A Roma i «Dialoghi del Mediterraneo»

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Da oggi Roma si trasforma in un grande crocevia diplomatico per le questioni del Mediterraneo e del Medio Oriente, Libia compresa. Con l’arrivo ieri del re di Giordania Abdullah II, ricevuto dal premier Matteo Renzi e relatore d’apertura oggi al forum «Mediterranean dialogues» si da l’avvio a workshop pubblici e incontri riservati tra i protagonisti delle due sponde del Mediterraneo e non solo. Per tre giorni, fino a sabato, circa 200 ospiti internazionali e un centinaio di italiani discuteranno di sicurezza, migranti, ma anche cultura ed energia nei Mediterranean Dialogues organizzati dalla Farnesina e dall’Ispi.

Domenica sarà la volta del summit sulla Libia in vista della creazione di un accordo tra Tripoli e Tobruk sul governo di unità nazionale. Ma non è andato tuttavia a buon fine il tentativo del ministro Paolo Gentiloni di mettere allo stesso tavolo i capi delle diplomazie russa Serghej Lavorv (che parteciperà solo a Med) e americana John Kerry (che sarà a Roma ma per la Libia). Poi, a fine gennaio, la capitale ospiterà per la prima volta la periodica riunione della coalizione internazionale contro lo Stato Islamico. Riconoscimento non scontato vista la linea molto prudente del nostro Governo sui radi aerei contro Siria e Iraq.

«Beyond turmoil, a positive agenda» (oltre il disordine, un’agenda positiva) è il titolo del Forum che si apre oggi con interventi di Giorgio Napolitano, Matteo Renzi e dell’ad Eni Claudio Descalzi e che vedrà riuniti 33 fra capi di Stato, ministri e capi di organizzazioni internazionali, dal re Abdullah II al premier tunisino Habib Essid, da Lavrov al britannico Philip Hammond, marocchino Salaheddine Mezouar, del Qatar Khalid bin Mohammed al Attiyah ed egiziano Sameh Shoukry, oltre all’Alto rappresentante europeo per la politica estera e di sicurezza Federica Mogherini. Tra i partecipanti anche il capo negoziatore palestinese Saeb Erekat e l’israeliano Silvan Shalom. Il dialogo si snoderà sui quattro temi: prosperità condivisa, sicurezza condivisa, migrazioni e, infine, media, cultura e società. Obiettivo della conferenza che vedrà al tavolo esponenti del mondo imprenditoriale (oltre a Descalzi l’ad di Finmeccanica, Mauro Moretti, il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi e l’ad di Unicredit, Federico Ghizzoni) quello di definire un’agenda positiva per il Mediterraneo.

Nella prospettiva italiana, il Mediterraneo è in primo luogo un importante mercato: si prevede che nel 2016 la crescita del Pil dei Paesi dell’area Mena (Medio Oriente e Nord Africa) si attesterà al 3,8%. L’Iran affrancato dalle sanzioni potrà crescere ad un tasso del 5% annuo. In Egitto il raddoppio del Canale di Suez permetterà una riduzione dei tempi e dei costi di trasporto e le ultime scoperte compiute da Eni in Egitto sono un potenziale game changer per il mercato energetico mediterraneo.

Una recente ricerca Ipsos su “Italy in the Mediterranean scenario” dimostra che le grandi potenzialità per l’Italia nel bacino del Mediterraneo, dal punto di vista commerciale e turistico. Sono stati presi a campione Paesi come Turchia, Libano, Israele, Egitto, Tunisia, Algeria, Marocco e Giordania. Anche tenendo conto che gli intervistati hanno standard di vita medio/alti e abitano in grandi città è chiaro che c’è un rapporto stretto con il nostro Paese. L’Italia è stata visitata almeno una volta dal 15% ed è una destinazione per vacanze ma anche per lavoro e business e circa metà degli intervistati inclusi quelli che non l’hanno mai visitata, dichiarano di conoscerla abbastanza bene. L’attrattività del nostro Paese è confermata dal fatto che più del 60% di quelli che vi sono già stati hanno deciso di farvi ritorno. Tre quarti di chi non c’è mai stato pensa di vistarla. Le grandi città, i siti artistici e d’arte, il mare e la gastronomia sono gli elementi di attrazione principali così come la moda e il design. L’Italia è considerata un Paese importante non solo per il suo ruolo economico ma anche per il suo posto nel Mediterraneo e un partner credibile per gli altri Paesi mediterranei.

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