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Siria, l’opposizione apre a colloqui di pace (con la regia dei…

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CONFERENZA A RIAD

Siria, l’opposizione apre a colloqui di pace (con la regia dei sauditi)

Il re saudita Salman bin Abdul Aziz Al Saud (Epa)
Il re saudita Salman bin Abdul Aziz Al Saud (Epa)

Entro i primi dieci giorni di gennaio l'opposizione siriana incontrerà rappresentanti del governo siriano per l'avvio di eventuali negoziati di pace. Lo ha affermato Abdulaziz al-Sager, che ha presieduto la conferenza di Riad, in cui le opposizioni siriane si sono trovate d'accordo sulla composizione di una squadra negoziale. La dichiarazione finale, che indica nell'inizio della transizione l'uscita di Bashar Assad dl potere e chiede la liberazione dei prigionieri e la fine dell'assedio alle città e ai villaggi siriani, è stata siglata anche da Ahrar al-Sham, il gruppo che prima si era ritirato dalla Conferenza. La dichiarazione finale chiede la formazione di un nuovo «governo pluralista che rappresenti tutte le componenti» etnico-religiose della Siria.

Gli Stati Uniti sono soddisfatti per l'apertura ai negoziati giunta dalla conferenza di Riad. «È un risultato positivo», ha detto il Segretario di Stato americano, John Kerry, che ha sottolineato il «consenso raggiunto sui principi per una Siria democratica e pluralista». «Apprezziamo - ha aggiunto Kerry- l'impegno della leadership saudita nel convocare qui una rappresentanza così ampia, che si è trovata d'accordo nella creazione di un organismo che la rappresenti al negoziato. È un passo importante e al tempo stesso riconosciamo quanto lavoro arduo vi sia da fare ancora, che ci vedra' impegnati per una definizione del processo politico che conduca alla fine del conflitto».

A dettare l'agenda e l'esito della conferenza è stato lo stesso sovrano saudita re Salman bin Abdulaziz, il quale all'apertura del meeting, a nome di Kuwait, Qatar, Emirati e Bahrein, ha espresso «sostegno a una soluzione politica che garantisca l'integrità territoriale della Siria». Una svolta, quella di Riad, non del tutto gradita a Qatar e Turchia, principali sponsor delle fazioni islamiche dell'opposizione al regime di Damasco

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