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Clima: pronto il nuovo testo, stretta finale per l’accordo

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Clima: pronto il nuovo testo, stretta finale per l’accordo

  • –Marco Moussanet

Parigi

«Siamo molto vicini al traguardo e ora è il momento di chiudere. Penso di poter essere in grado di presentare il testo finale dell’accordo nei tempi previsti», e cioè alle 18 di oggi. Laurent Fabius, ministro degli Esteri francese e presidente della Cop21 – la conferenza Onu sul clima – ha brevemente commentato con queste parole l’ultima bozza presentata nella serata di ieri (dopo essere stata annunciata per le 13 e rinviata di ora in ora). Rispetto al precedente, di mercoledì sera, il documento ha perso due pagine (passando da 29 a 27) e buona parte delle opzioni (scese da 15 a tre), anche se rimangono decine di formulazioni alternative tra virgolette, che richiedono un ultimo sforzo negoziale da parte dei ministri dei 195 Paesi e dei commissari Ue. Che hanno lavorato tutta la notte e ancora questa mattina dovrebbero limare la versione definitiva.

Il principale passo avanti riguarda l'obiettivo finale. Nel testo di mercoledì c’erano tre opzioni possibili. È stata scelta quella intermedia. Con l’impegno condiviso «a mantenere l'aumento medio della temperatura globale ben al di sotto dei 2 gradi rispetto al livello preindustriale, e continuare a produrre sforzi per limitare l'aumento a 1,5 gradi, riconoscendo che questo ridurrebbe significativamente i rischi e gli impatti del cambiamento climatico».

La differenza non è di poco conto. Secondo un recente studio della Earth System Dynamics Discussions, nel primo caso (2 gradi) a fine secolo il livello degli oceani salirà di 50 centimetri, e di 40 nel secondo (1,5 gradi). L’intensità delle forti precipitazioni aumenterebbe del 7% o del 5 per cento. La durata media dei periodi torridi a livello mondiale sarebbe di un mese e mezzo o di un mese, e nelle zone subtropicali di tre o due mesi. Quanto ai raccolti, a rischio siccità, ci sarebbe un calo della produzione di grano del 19% o del 14%, di quella di mais del 12% o dell'8% e di quella di soia del 12% o del 10 per cento. L’accesso all’acqua nei Paesi mediterranei, nell’America centrale e nel Sudafrica diventerebbe più difficile del 25-30% con i 2 gradi e del 15-20% con 1,5 gradi.

Anche se non è passata l'opzione più ambiziosa, che citava solo il target di 1,5 gradi, si tratta comunque di un importante progresso. Tanto più che i programmi presentati da 184 Paesi alla vigilia della Cop21 consentirebbero di contenere l’aumento della temperatura terrestre a 2,7 gradi. L’obiettivo condiviso presuppone quindi ulteriori, importanti sforzi in termini di taglio delle emissioni dei gas a effetto serra (anidride carbonica, in larga parte prodotta dall’utilizzo delle energie fossili, e metano).

Manca invece ancora l’intesa su altri due punti chiave. La suddivisione degli impegni tra Paesi sviluppati da una parte e Paesi emergenti e in via di sviluppo dall’altra. E il finanziamento ai Paesi meno sviluppati per aiutarli a modificare il loro modello di crescita verso un'economia sempre più sostenibile. Cioè la questione dei 100 miliardi all’anno. Il confronto riguarda l’ammontare di questo finanziamento a partire dal 2020 (quando dovrebbe salire, il testo parla di cifra base) e l’individuazione di chi sarà esattamente a doverlo fornire. Se i soli Paesi sviluppati, in nome delle loro responsabilità storiche di grandi inquinatori, o anche, e in quale misura, alcuni degli emergenti (in particolare Cina e Corea del Sud).

Se infine c’è un accordo sul timing delle verifiche rispetto agli impegni presi da ogni Paese per realizzare eventuali adeguamenti (si inizia nel 2025 e poi ogni cinque anni) rimane aperto, almeno nel testo di ieri sera, il tema dei controlli (e quindi della trasparenza). Fino a oggi solo i Paesi sviluppati sono soggetti a controlli puntuali. Rimane da decidere se, quando e come questi controlli verranno estesi agli emergenti e ai Pvs. Tenendo conto che a partire dal 2020, e cioè al momento dell'entrata in vigore di questo accordo, ci sarà la possibilità di utilizzare satelliti di rilevazione delle emissioni di CO2 e di metano.

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