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Tensione in Slovenia per il muro di filo spinato anti-migranti. Pesanti…

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Tensione in Slovenia per il muro di filo spinato anti-migranti. Pesanti anche le potenziali ricadute economiche

Si alza la tensione in Slovenia contro la decisione del premier Miro Cerar di erigere un vero e proprio “muro” di filo spinato ai confini con la Croazia per fermare il flusso dei migranti, che utilizzano il territorio sloveno per raggiungere altre destinazioni europee. Anche se il passaggio dei rifugiati si è ridotto nelle ultime settimane, l'esercito sloveno, con la partecipazione di militari di Paesi dell'Est Europa, procede quotidianamente nell'erigere la preannunciata “barriera fisica”, che nelle intenzioni del governo di Lubiana dovrebbe essere di almeno 80 chilometri, per un'altezza di 1,8 metri. Ma la popolazione slovena si sta dimostrando tutt'altro che concorde con la decisione di Cerar.

Una lettera aperta firmata da esponenti politici e intellettuali ha dato il via a un movimento di protesta e, in una conferenza stampa svoltasi nella regione di Bela Krajina, lungo il fiume Kolpa - il confine Shengen tra Slovenia e Croazia - è stata comunicata la presentazione di un ricorso di illegittimità alla Corte Costituzionale slovena. Un gruppo di cittadini, su iniziativa di Stanko Štrajn, Violeta Tomič, Matjaž Hanžek, Dušan Plut, Božidar Flajšman e Peter Črnič, sostiene che la nuova normativa relativa al muro di filo spinato viola l'articolo 32 della Costituzione sulla libertà di movimento delle persone, restringe il diritto alla proprietà privata (il filo spinato viene forzatamente installato dai militari in giardini e proprietà private) e viola il diritto dei cittadini a godere di fiumi e argini, in violazione dell'articolo 70 della Costituzione e di altre normative.

L'iniziativa e le proteste si aggiungono alla ormai quinta contestazione ufficiale della Croazia nei confronti del governo sloveno per l'innalzamento del muro di filo spinato. «Le conseguenze economiche si preannunciano pesanti per il Paese e per quest'area in particolare - ha spiegato Peter Črnič, direttore dell'agenzia governativa di promozione degli investimenti Ric Bela Krajina, ai margini della conferenza stampa -. Il filo spinato è stato innalzato in una regione che si è focalizzata finora sullo sviluppo turistico eco-compatibile e che sta lavorando per promuovere investimenti diretti produttivi ed immobiliari in un'area penalizzata da un tasso di disoccupazione del 20 per cento. Oltre a essere inaccettabile moralmente e politicamente, questa barriera d'acciaio viene installata su proprietà private, senza alcuna comunicazione preventiva, in giardini di dimore utilizzate a fini turistici e in aree di conservazione naturale». Ogni giorno cervi e altri animali selvatici incontrano una morte orrenda, non riuscendo a divincolarsi da una tipologia di filo spinato ad alto potenziale militare, mentre in queste aree finora non si è vista affluenza di migranti, che comunque incapperebbero in una barriera con potenziali letali.

In Slovenia il turismo contribuisce al 13% del prodotto interno lordo e con il 40% di servizi turistici esportati è la voce di esportazione di servizi più importante dell'economia nazionale. Sono appena stati comunicati i dati sulla tendenza del turismo sloveno, che continua a crescere, con un +7% nei primi sei mesi dell'anno; la posa del filo spinato militare in una delle aree più naturali del Paese appare, tra l'altro, un boomerang economico. Gli italiani rappresentano i primi turisti per numero di pernottamenti e le aziende a capitale italiano stabilite in Slovenia sono oltre duemila, in tendenziale aumento. Tutto ciò, muro di filo spinato permettendo.

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