Mondo

WhatsApp bloccato in Brasile, poi torna online. Zuckerberg esulta:…

  • Abbonati
  • Accedi
servizi tecnologici

WhatsApp bloccato in Brasile, poi torna online. Zuckerberg esulta: «La voce degli utenti é stata ascoltata»

Ogni giorno nel mondo vengono scambiati più di 30 miliardi di messaggini attraverso WhatsApp. La piattaforma di proprietà di Facebook - che ha sborsato 19 miliardi di dollari per assicurarsela - conta circa un miliardo di utenti, e ha ormai mandato in pensione i vecchi sms. Questi numeri ci dicono con estrema chiarezza che WhatsApp non è più semplicemente una App, ma un servizio. E se da un giorno all'altro non funzionasse più, o venisse bloccata, le conseguenze sarebbero importanti. Intanto però è successo.

Qualche ora fa un giudice brasiliano ha imposto la sospensione per 48 ore di WhatsApp in tutto il Paese, interrompendo il servizio a circa 100 milioni di utenti brasiliani. Una decisione che di fatto entra nella storia della complessa galassia della protezione dei dati. E che in sostanza crea un precedente.

Poi alle 18:33 ora italiana Whatsapp è tornata online in Brasile. Lo ha comunicato su Facebook lo stesso Zuckerberg, che ha ringraziato tutti gli utenti che si erano ribellati al blocco: «La vostra voce è stata ascoltata». La decisione è stata presa dal tribunale di San Paolo, che ha spiegato come “non è ragionevole che milioni di utenti debbano subire disagi a causa della passività della società”. Una sentenza che conferma il principio di base per cui Whatsapp non è più considerabile una semplice app ma un servizio.

I motivi del blocco
Il blocco di WhatsApp è giunto un po' a sorpresa, anche se alcuni siti brasiliani parlano di pressioni insistenti e datate da parte delle società di telecomunicazioni sul governo. La motivazione, però, pare essere un'altra. La corte di San Paolo che ha chiesto il blocco della piattaforma sta indagando su un grosso caso di narcotraffico, e pare che WhatsApp si sia rifiutata di collaborare non fornendo i dati richiesti. Una sorta di espediente, però. Perché da mesi la App di messaggistica istantanea è diventata bersaglio primario per il governo. Come raccontano alcuni blogger brasiliani, infatti, la diffusione di WhatsApp ha fatto crollare gli incassi delle compagnie telefoniche in fatto di sms. E secondo Techcrunch, tutto questo avrebbe portato alle forti pressioni da parte di Eduardo Cunha, il presidente della Camera Bassa del parlamento brasiliano, persona molto influente e vicina alle società di telecomunicazioni. Lo stesso Cunha è stato fra i maggiori oppositori del regolamento approvato un anno fa sulla net neutrality in Brasile. A prescindere da tutto ciò, comunque, il risultato è che dalla mezzanotte di ieri e per 48 ore, 93 milioni di brasiliani sono senza WhatsApp.

Zuckerberg si affida a Facebook: «Fatevi sentire»
Mark Zuckerberg, attraverso un post su Facebook di un paio d'ore fa, non ha nascosto la sua delusione e ha invitato i brasiliani a farsi sentire. «Stiamo lavorando sodo per ottenere lo sblocco di WhatsApp in Brasile – ha scritto Zuckerberg – ricordando a tutti che l'alternativa Facebook Messenger «è ancora attiva». Un passaggio importante, anche perché la corsa alle alternative (come Telegram), pare sia partita immediatamente, facendo registrare milioni di nuovi download in poche ore. «Questo – ha aggiunto il boss di Facebook - è un giorno triste per il Brasile. Fino ad oggi il Brasile è stato nostro alleato nella creazione di una rete internet aperta. Sono sbalordito che i nostri sforzi per proteggere i dati della gente vengano puniti con una decisione così estrema. Speriamo che tutto questo si risolva in fretta. Se sei brasiliano, ti prego, fai sentire la tua voce e aiuta il tuo governo a far ciò che vuole il suo popolo: #ConnectBrazil#ConnectTheWorld».

Se succedesse in Italia?
La notizia del blocco di WhatsApp in Brasile sta facendo molto discutere sui social network, e in molti si chiedono cosa succederebbe se avvenisse anche in Italia. I disagi sarebbero notevoli, anche perché – come scritto in apertura - WhatsApp non è più semplicemente una App ma un servizio. Ciò che lascia perplessi è la fragilità delle piattaforme legate a Internet quando c'è di mezzo il trattamento dei dati personali. Infine, è giusto ricordare che proprio in queste ore l'Europa sta decidendo se vietare servizi come WhatsApp ai minori di 16 anni.
@biagiosimonetta

© Riproduzione riservata