Mondo

2/4 Gli anniversari del 2016 / 50 anni fa

  • Abbonati
  • Accedi
    passato e presente

    Dall’alluvione di Firenze alla vittoria mondiale degli Azzurri: gli anniversari del 2016

    2/4 Gli anniversari del 2016 / 50 anni fa

    10 marzo 1966 – La Francia esce dal comando Nato. Il presidente Charles De Gaulle, in nome della «sovranità nazionale», annuncia il ritiro del personale francese dal comando militare integrato della Nato, chiedendo anche lo spostamento del quartier generale Nato a Parigi. Visitando in giugno l'Unione Sovietica, de Gaulle lancia l'idea di «un'Europa delle patrie» che un giorno avrebbe potuto anche comprendere l'Est comunista. La sede della Nato viene spostata a Bruxelles, ma la Francia resta politicamente legata al Patto Atlantico. Nel 2009 il presidente Nicolas Sarkozy riporterà la Francia anche nella struttura integrata del comando militare.

    18 agosto – La rivoluzione culturale in Cina. A Pechino un grande comizio di Mao Tse-tung e di Lin Piao (definito «il più vicino compagno di lotta») avvia il movimento delle «guardie rosse» e la rivoluzione culturale contro «gli elementi del Partito comunista che hanno imboccato la via capitalista». La mobilitazione di massa provoca nei mesi successivi un'ondata di uccisioni, epurazioni ed arresti (Deng Xiaoping viene “esiliato” in un campo di lavoro nello Jiangxi), al punto che la Cina rischia di scivolare verso la guerra civile. Mao deve quindi impartire direttive per fermare gli estremisti, salvaguardando le attività produttive. La rivoluzione culturale è stata violenta, ma effimera: come è poi risultato dagli eventi seguiti alla morte di Mao, non ha prodotto quelle radicali trasformazioni della società cinese che sembravano allora prossime.

    4 novembre – L'alluvione di Firenze. Dopo alcuni giorni di piogge intense e ininterrotte, verso le 7.30 di mattina, l'Arno rompe gli argini a Firenze. L'acqua inonda le strade e sale fino ai primi piani delle case: la piena, nel punto più alto, sfiora i cinque metri. Allagati Palazzo Vecchio, il Duomo, il Battistero, sventrate le botteghe degli orafi sul Ponte Vecchio; il Crocifisso del Cimabue in Santa Croce, gravemente danneggiato, diventa simbolo della tragedia che colpisce non solo la popolazione, ma anche l'arte e la storia. A mezzogiorno di quel 4 novembre - allora giornata festiva in Italia - il capo dello Stato Giuseppe Saragat depone una corona al milite ignoto a Roma, il presidente del Consiglio Aldo Moro è invece al sacrario di Redipuglia: entrambi non sanno ancora nulla dell'alluvione e saranno informati circa un'ora dopo. A Firenze, dal ponte radio dell'Ansa, il sindaco Piero Bargellini lancia l'allarme, invitando i cittadini alla calma e sollecitando «chi ha barche, canotti, battelli di farli affluire in Palazzo Vecchio». Le acque si ritireranno due giorni dopo: una trentina i morti, decine i dispersi, 5mila i senzatetto: la città, senza energia elettrica, resta al buio e al freddo. Ma nasce anche uno spirito di solidarietà che coinvolge non solo i fiorentini, ma anche volontari provenienti da ogni parte d'Italia e del mondo: si comincia a spalare il fango e a distribuire i viveri, si recuperano i quadri, i libri, le opere d'arte. Insieme con le forze dell'ordine e i soldati di leva, quei giovani – che Giovanni Grazzini sul “Corriere della Sera” chiamerà «Angeli del fango» - diventano protagonisti della generazione che anticipa il Sessantotto e segna la nascita delle associazioni di volontariato e della protezione civile.

    © Riproduzione riservata