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Tempi stretti per la diplomazia

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Medio Oriente

Tempi stretti per la diplomazia

  • –Gerardo Pelosi

È tutta in salita la strada che dovrà portare entro fine gennaio alla creazione di un governo di unità nazionale in Libia. Gli ultimi attacchi dell’Isis rendono sempre più difficile il lavoro del candidato premier per il nuovo governo, Fayez al-Sarraj, che da Tunisi sta cercando di stringere i tempi per la formazione del nuovo esecutivo. L’Italia, insieme al resto della comunità internazionale, appoggia gli sforzi di Sarraj (ricevuto a Palazzo Chigi prima di Natale dal premier Matteo Renzi) ma molto difficilmente potrebbe opporsi a futuri raid aerei francesi e inglesi contro le basi Isis in Libia, se dovesse permanere l’attuale stato di anarchia e ingovernabilità.

La diplomazia internazionale non intende lasciare nulla di intentato. Per garantire la stabilità interna, combattere l’Isis e passare alla fase 3 della missione europea Eunavfor Med (lotta agli scafisti nelle acque territoriali e sul suolo libico) occorre una richiesta esplicita da porte di un governo legittimo. Solo una volta fallito anche questo tentativo si potranno immaginare azioni unilaterali con eventuali raid aerei da parte francese e britannica.

Per sostenere gli sforzi di al- Sarraj, oggi sarà a Tunisi l’Alto rappresentante per la politica estera Federica Mogherini, che incontrerà oltre a Sarraj anche i membri del Consiglio di Presidenza e l’inviato dell’Onu, Martin Kobler. Uno degli aspetti cruciali riguarda il cosiddetto “security track”, la creazione di una cintura di sicurezza (almeno temporanea) con immediato cessate il fuoco tra milizie contrapposte per consentire l’insediamento del nuovo Governo a Tripoli cui sta lavorando il consigliere per la sicurezza di Kobler, il generale italiano Paolo Serra.

Secondo il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni «è urgente attuare l’accordo politico recentemente firmato, superando le divisioni interne per dar vita a un Governo di accordo nazionale e concentrarsi sulla comune lotta al terrorismo e sulla ricostruzione e pacificazione del Paese». Il responsabile della Farnesina, oltre a manifestare solidarietà e vicinanza alle vittime degli attacchi dell’Isis, ricorda che «il popolo libico chiede ormai da anni di poter vivere in pace, con un governo democratico che lavori per la ricostruzione del Paese; l’Italia è da sempre al fianco della Libia e continuerà a dare il proprio contributo alla sua stabilizzazione». E il presidente della Commissione Esteri del Senato, Pierferdinando Casini, mette in evidenza come l’attentato di Zlitan «persegue la strategia di rinviare l’insediamento del governo di unità nazionale concordato tra le parti e l’Onu».

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