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Bce pronta ad andare oltre marzo 2017 con il Qe se necessario

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Le minute della riunione del 2 e 3 dicembre

Bce pronta ad andare oltre marzo 2017 con il Qe se necessario

La Banca centrale europea è davvero pronta ad andare oltre. Le minute della riunione del 2 e 3 dicembre 2015, pubblicate oggi, mostrano che durante la discussione è emersa la possibilità di aumentare ulteriormente l'ammontare degli acquisti mensili, rimasti fermi a 60 miliardi con grande delusione dei mercati, o di prolungare anche oltre marzo 2017 la durata del quantitative easing, e che una decisione su questo tema è stata semplicemente spostata, nel caso risultassero necessarie, alle prossime riunioni. Allo stesso modo è stata proposto anche un taglio più incisivo – 0,20 punti percentuali - del tasso sui depositi, che in quell'occasione sono passati dal -0,20% al -0,30%.

“È stata avanzata la proposta di aumentare il volume mensile degli acquisti”, spiegano le minute. C'è stato però un ampio consenso sul fatto che questa misura e l'eventuale allungamento del quantitative easing, già prolungato in quell'occasione di sei mesi, “non sono necessari in questa situazione, mentre una riconsiderazione può essere fatta in futuro”.

Sul fronte del taglio dei tassi, “alcuni membri (del board, ndr) – continuano le minute – hanno espresso una preferenza per un taglio di 20 punti base nel tasso sui depositi con l'idea, principalmente, di rafforzare l'impatto della misura di allentamento”, mentre “al momento non si sono emersi reali effetti collaterali negativi sui margini delle banche e sulla stabilità finanziaria”. È stato preferito un taglio di minore entità sia per valutare eventuali controindicazioni, sia per “lasciarsi spazio per un ulteriore taglio, se dovesse risultare necessario”.

Queste proposte, più avanzate rispetto alle decisioni prese dalla maggioranza, hanno fatto da contrappeso alle opinioni dei “conservatori”, che puntavano a non modificare la politica monetaria e quindi a respingere in tutto o anche in parte le proposte avanzate da Peter Praet: alcuni governatori, in particolare, volevano limitarsi a un taglio dei tassi, senza prolungare il quantitative easing. L'argomentazione di fondo – non nuova – è che le misure attivate da marzo a dicembre non hanno ancora dispiegato tutti gli effetti; ma non manca una diversa diagnosi, più ottimistica, della situazione economica di Eurolandia.

La Banca centrale europea appare anche consapevole delle aspettative del mercato, che a dicembre puntavano a misure più incisive e, nonostante tutto, tutto a un rafforzamento dell'euro. La delusione era dunque prevedibile. Durante la discussione però è paradossalmente stato il partito dei “falchi” a usare queste attese come argomento a loro favore: occorre evitare, hanno spiegato, una “circolarità”, tra le azioni di politica monetarie e le aspettative di mercato, che potrebbero finire per inseguirsi (e rafforzarsi) le une con le altre.

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