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Germania in piena occupazione: crescita del Pil ai massimi da 4 anni

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EUROZONA

Germania in piena occupazione: crescita del Pil ai massimi da 4 anni

La prima economia dell’Eurozona continua a crescere, meglio dell’anno scorso, nonostante la crisi degli emergenti e le tensioni geopolitiche. Il Pil della Germania nel 2015 è aumentato, secondo le stime preliminari, dell’1,7 per cento rispetto al 2014 quando l’espansione era stata dell’1,6 per cento mentre nel 2013 la crescita si era fermata allo 0,3 per cento. È il tasso migliore da quattro anni a questa parte.

Per il secondo anno consecutivo, sottolinea Destatis, l’andamento dell’economia è superiore alla media degli ultimi dieci anni pari all’1,3 per cento.

A permettere la performance sono stati soprattutto i consumi privati e le spese del governo, cresciuti rispettivamente dell’1,9% e del 2,8% rispetto al 2014. Segno che l’inversione di tendenza nel modello economico tedesco è in atto, da mesi: meno surplus commerciale e più domanda interna spingono la Germania verso la correzione del tradizionale squilibrio macroeconomico più volte criticato e messo sotto accusa dalla Commissione europea e i partner della Ue.

Un altro elemento positivo è stato l’aumento degli investimenti fissi lordi, cresciuti dell’1,7 per cento rispetto al 2014. Forti, in particolare, quelli in macchinari, privati e pubblici, che ha segnato +3,6 per cento.

Il prodotto interno lordo, spinto in maniera determinante dai consumi, ha potuto contare su un’ottima situazione del mercato del lavoro: per la prima volta oltre 43 milioni di occupati, in aumento, secondo le stime, di 329mila unità pari allo 0,8 per cento rispetto all’anno precedente. La Germania continua un trend di incremento della forza lavoro e della produttività in crescita dello 0,5 per cento.

Il commercio estero, invece, per quanto ancora dinamico, ha visto la dinamica dell’export superata dalle importazioni e il controbuto alla formazione del Pil è risultato secondario (0,2 per cento) rispetto alla domanda interna.

«Contrariamente alla retorica - commenta Andrea Goldstein, managing director di Nomisma - sono in crescita sia i consumi pubblici sia quelli privati. Incoraggiante anche la performance degli investimenti (3,6%) mentre continua la difficoltà dell’edilizia (un misero 0,2 per cento). E se l’avanzo del commercio conferma la robustezza del Made in Germany, il contributo alla crescita del Pil è modesto (0,2%)». Goldstein conclude che «le cifre strutturali invitano all’ottimismo. Una barriera simbolica, quella dei 43 milioni di occupati, è stata superata per la prima volta nel 2015, mentre la crescita della produttività rimane positiva ancorché modesta».

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