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Burkina Faso, assalto agli occidentali

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Medio Oriente

Burkina Faso, assalto agli occidentali

  • –Saverio Fossati

Autobombe e sparatorie nell’assalto all’hotel Splendid di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, in un attentato che richiama quello di novembre a Bamako, nel vicino Mali, a opera dei jihadisti. L’hotel è frequentato dai pochi occidentali di Ouagadoudou. Ci sono state vittime, due persone sarebbero state prese in ostaggio, e tra gli assalitori e le forze di sicurezza burkinabé è subito iniziato uno scontro a fuoco. L’attentato, secondo il sito di intelligence Site diretto da Rita Katz, sarebbe stato rivendicato da Aqim (Al Qaeda Maghreb Islamico).

La notizia, riferita ieri notte da un giornalista locale all'emittente panaraba Al Jazeera, ha subito richiamato l’attenzione internazionale sul piccolo Paese, uno dei più poveri del mondo, che da oltre un anno è in preda a una forte instabilità politica. Una nazione che, dopo l’esperimento terzomondista di Thomas Sankara, brutalmente assassinato dal suo compagno d’armi Blaise Compaoré nel 1987, stava muovendo ora i primi passi all’interno di un sistema democratico.

Una sommossa generale, nell’ottobre 2014, aveva infatti costretto Compaoré all’esilio dopo 27 anni di dittatura ma il generale Gilbert Diendéré, ex capo di Stato maggiore sotto Compaoré, aveva cercato, poche settimane prima delle elezioni indette per lo scorso ottobre, di restaurare il dittatore caduto. Fallito il putsch, le elezioni si sono poi svolte il 29 novembre ed è stato eletto al primo turno Roch Marc Christian Kaboré , che comunque non è del tutto estraneo al passato regime e quindi si è presentato come un candidato di unità nazionale.

A far pensare a un coinvolgimento sempre più impegnativo di gruppi jihadisti è anche quanto accaduto nel pomeriggio di ieri, quando è stato registrato un altro attacco di un gruppo armato a Tin Abao, nella provincia al confine con il Mali. L’esercito burkinabé ha informato che ci sono stati due morti (un poliziotto e un civile) e due poliziotti feriti, di cui uno grave. Due eventi sanguinosi nello stesso giorno non sono più una rarità nell’area ma è evidente che il Burkina Faso rappresenta uno dei terreni ideali di crescita per il movimenti estremisti, proprio come il Mali, dove solo l’interventofrancese ha riportato il Paese a una semi normalità.

In Mali l’80% dei cittadini è di fede islamica, mentre in Burkina Faso la percentuale è del 50%, con un consistente 30% di cristiani e il 20% di animisti. Nel Paese sono presenti forze Usa e francesi. La Francia aveva avallato il golpe del 1987 (Thomas Sankara era considerato una minaccia alle relazioni internazionali con la Francia) e sostenuto Compaoré per 27 anni. Il jihadismo, quindi, si trova ad agire in una situazione estremamente fluida. I francesi, unica forza di reazione possibile a un allargamento dei fenomeni terroristici, a differenza del Mali, sono detestati da molti proprio per l’appoggio a Compaoré. E la povertà estrema (con un Pil annuo pro capite di 1415 dollari) rende più facile la propaganda estremista.

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