
L'Austria ha deciso di «annullare temporaneamente» le regole di Schengen sulla libera circolazione in Europa e «il controllo delle persone che vengono nel nostro Paese è stato rafforzato». Lo ha annunciato il cancelliere Werner Faymann in un'intervista al giornale Oesterreich.
Nel quotidiano in edicola domani, si legge nelle anticipazioni diffuse oggi, Faymann annuncia un cambio al dicastero della Difesa, dove il nuovo ministro sarà Hanspeter Doskozil, fino ad oggi capo della polizia austriaca. «Esattamente come fa la Germania - spiega il cancelliere - abbiamo deciso di aumentare i controlli alle frontiere e di effettuare rimpatri». Faymann precisa che chiunque raggiungerà l'Austria «verrà controllato. Chi non ha diritto all'asilo verrà rispedito indietro. Per passare la frontiera occorre una carta di identità valida e si dovrà presentarla su richiesta delle autorità austriache. Se l'Ue non lo fa, non protegge le frontiere esterne di Schengen, ed è l'esistenza stessa dell'accordo a decadere».
La frontiera del Brennero è quella più utilizzata per tentare di raggiungere il Nord Europa. In questi mesi invernali i migranti diretti verso nord oscillano tra i 150 e i 250 al giorno ma le autorità austriache si attendono un notevole incremento già tra marzo e aprile con un numero di arrivi al giorno che potrebbe anche a toccare le 700 unità. Lo stesso ministro austriaco per l'integrazione, Sebastian Kurz ha affermato che «90.000 migranti come lo scorso anno, nel 2016 non saranno più possibili». Interessati eventualmente alla chiusura anche i valichi di Resia (Alta Val Venosta) e Prato Drava-Sillian (Alta Val Pusteria).
Sono attualmente sei i Paesi che hanno in vigore il controllo alle frontiere nazionali, con una sospensione temporanea della libera circolazione nell'Area Schengen, che comprende 26 Paesi. Si tratta di Norvegia, Svezia, Danimarca, Francia, Germania e Austria.
In genere i controlli sono stati reintrodotti per frenare i flussi di migranti, o per rafforzare la sicurezza anti-terrorismo.
La scorsa estate lo stop della libera circolazione aveva riguardato la Slovenia, l'Austria, la Germania, dunque i primi Paesi sulla rotta dei migranti verso Nord. Oggi, i controlli ai confini si verificano nei Paesi scandinavi che sono la meta finale dei migranti.
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