Mondo

A febbraio primo esame sui conti

  • Abbonati
  • Accedi
Europa

A febbraio primo esame sui conti

  • –Beda Romano

BRUXELLES

Al di là dei recenti botta-e-risposta personali tra il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e il premier italiano Matteo Renzi, non mancano nei prossimi mesi appuntamenti delicati per i rapporti tra Bruxelles e Roma. In prima battuta vi sono gli aiuti finanziari alla Turchia; poi la soluzione sull’assetto bancario italiano; infine il giudizio definitivo della Commissione sulla Finanziaria del 2016, con la relativa richiesta dell’Italia di flessibilità di bilancio.

Il tema turco è quello più urgente. In novembre, i Ventotto hanno firmato un accordo con la Turchia che prevede l’aiuto di Ankara nel contrastare i flussi migratori dal Vicino Oriente in cambio di aiuti pari a tre miliardi di euro. L’intesa preliminare prevedeva che un miliardo provenisse dal bilancio comunitario, e due dai bilanci nazionali. L’Italia è favorevole all’operazione, ma vorrebbe che l’intero pacchetto fosse finanziato dall’Unione, e sta frenando una intesa.

Se non verrà risolta a breve la questione verrà discussa dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal premier Renzi in un incontro previsto a fine mese. Un possibile compromesso potrebbe prevedere di versare i primi aiuti dal bilancio europeo e vedere passo dopo passo, in prima battuta al momento delle trattative sul bilancio comunitario 2017, se sia possibile trovare altro denaro nelle pieghe dei conti europei. «L’idea piace ad alcuni, ma ha il difetto di non dare certezze e rischia di complicare i rapporti con Ankara», nota un diplomatico.

Sul fronte bancario, il governo ha presentato mercoledì una nuova proposta di bad bank, ossia di un meccanismo che dovrebbe servire alle banche per alleggerire i bilanci dai crediti inesigibili (si veda Il Sole 24 Ore di giovedì). La trattativa riguarda in particolare l’uso del denaro pubblico per garantire in parte le sofferenze e assicurare l’avvio di uno scambio tra la banca venditrice e l’investitore acquirente. Il negoziato dura da tempo, e deve fare i conti con le regole europee sugli aiuti di Stato.

Sul versante dei conti pubblici, la Commissione ha dato in novembre il beneficio del dubbio alla legge di Stabilità italiana, con la quale il governo ha chiesto l’applicazione di alcune clausole di flessibilità. I prossimi appuntamenti sono in febbraio, quando Bruxelles pubblicherà un rapporto approfondito sugli squilibri macroeconomici (in primis, il debito elevato) e nuove stime economiche. «Questa sarà la prima occasione per una valutazione delle nuove riforme», dice un esponente comunitario.

Una decisione definitiva sulla controversa richiesta di flessibilità di bilancio per la Finanziaria 2016, tenuto conto di riforme economiche e investimenti strutturali, dovrebbe invece giungere in maggio, quando la Commissione dovrebbe illustrare nuove raccomandazioni-paese, sulla base del nuovo piano nazionale di riforme e nuovo programma di stabilità, attesi entrambi entro fine aprile. L’atteggiamento italiano in Europa è certamente cambiato. È diventato più assertivo.

C’è il sentimento nel governo che in passato Bruxelles abbia usato due pesi e due misure, con scelte sfavorevoli all’Italia. In questo contesto, la posizione italiana sul versante turco serve a tenere alta la pressione su altri fronti, più vicini agli interessi di Roma. Il desiderio di un cambio di registro è probabilmente legittimo, almeno nei campi nei quali la Commissione gode di discrezionalità. Potrà riscuotere successo se vi sarà costanza e coerenza, anche nel processo di modernizzazione dell’economia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA